Associazione di Promozione Sociale iscritta al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore)
Scuola di musica per l’anno scolastico 2022/2023 con determinazione n. 8656 del 09.05.2022 del Responsabile di Settore Affari Generali e Giuridici, Strumenti Finanziari, Regolazione, Accreditamenti della Regione EmiliaRomagna, di cui alla DGR n. 2254/2009 e successive modificazioni
NOTIZIE NEWS MUSICA ITALIANA E STRANIERA
 
 
Chitarrista degli Eagles morto a 67anni :
In questo mese nero per il mondo dello spettacolo e della musica mondiale se ne va il 18 Gennaio 2016 uno dei grandi protagonisti degli anni ’70.
Qualche settimana fa i problemi di salute di Glenn Frey - fondatore degli Eagles insieme a Don Henley, Joe Walsh. John Felder, Timothy B. Schmidt e Randy Meisner - lo avevano costretto ad un ricovero d’urgenza al Kennedy Center Honor.
Gli Eagles, famosi per successi come Take It Easy, Already Gone e Hotel California, già lo scorso 6 dicembre avrebbero dovuto far parte di una cerimonia insieme a Carole King , il regista George Lucas, l’attrice Rita Moreno , il direttore d’orchestra Seiji Ozawa , e l’attrice Cicely Tyson.
Il gruppo aveva rilasciato una dichiarazione ufficiale dove si scriveva che Frey aveva avuto una recidiva per precedenti problemi intestinali che avrebbe richiesto interventi di chirurgia piuttosto invasiva e un lungo periodo di recupero.
«Glenn ha combattuto una battaglia coraggiosa per le ultime settimane, ma, purtroppo, ha ceduto alle complicazioni da artrite reumatoide, alla colite ulcerosa acuta e alla polmonite» si legge un comunicato pubblicato sul sito della band. 
«La famiglia Frey desidera ringraziare tutti coloro che si sono uniti a Glenn nel combattere questa battaglia e hanno sperato e pregato per la sua guarigione. Le parole non possono descrivere il nostro dolore, né il nostro amore e rispetto per tutto ciò che ha dato a noi, la sua famiglia, alla comunità della musica e a milioni di fan in tutto il mondo». 
 
Addio a B.B. King, il “re” del blues. E' morto il 14 Maggio 2015 a Las Vegas a 89 anni. Leggenda della chitarra, vinse 15 grammy in carriera.
Nel 1999, in un incontro pubblico, BB King raccontò perché aveva scelto di dedicare la vita al blues: «Raccoglievo cotone in Mississippi dal lunedì mattina al mezzogiorno di sabato, e al sabato pomeriggio andavo in città, all’angolo di una strada del centro. Se cantavo gospel, la gente si complimentava con me ma non sganciava un soldo, se suonavo il blues mi davano sempre una mancia e a volte mi pagavano anche una birra. Ero capace di tirar su anche cinquanta o sessanta dollari». Storie di un altro mondo, del quale Riley B. King, per tutti B.B. King (la sigla sta per Blues Boy), era l’ultimo rappresentante: se ne è andato giovedì, a 89 anni, a Las Vegas, nella bella casa che aveva acquistato con il denaro fatto dagli Anni Sessanta in poi, quando i ragazzi con i capelli lunghi lo scoprirono, lo imitarono e lo fecero conoscere al mondo. Diabetico da un paio di decenni, il 30 aprile era stato ricoverato in ospedale, ma aveva chiesto di tornare a casa per morire, ed è stato accontentato. 
Nacque il 16 settembre 1925 nella campagna del Mississippi, figlio di mezzadri: il padre se ne andò, la madre morì giovane e nel 1941, già orfano, viveva (anzi, sopravviveva) raccogliendo il cotone e sognava di fare il musicista, una professione (anzi, un destino) che aveva scoperto ascoltando la radio durante la pausa pranzo. Nel 1947, di ritorno dal servizio militare, già sposato, fece i quasi duecento chilometri che separavano la sua piantagione da Memphis per presentarsi da Rice Miller: la sera stessa lo sostituì in un club e si mise in tasca dodici dollari. Un giorno di lavoro a raccogliere cotone valeva meno della metà. King, non ancora B.B., non tornò mai più indietro. Si sposò due volte, ebbe quindici figli da quindici donne diverse, fu sempre un gran lavoratore: nell’anno 1956 fece 342 concerti, gli ultimi risalgono al 2014. È morto ricco, forse ricchissimo, proprietario, tra l’altro, di una catena di locali in tutta America in cui naturalmente si suona il blues. Ha avuto una quindicina di Grammys, una stella porta il suo nome sull’Hollywood Boulevard, nel 2006 alla Casa Bianca gli è stata assegnata la Medaglia d’onore del Presidente, una rarità per chi fa la sua musica. Soprattutto, si staglia come un gigante sulla musica degli ultimi cinquant’anni, che ha influenzato in molti modi: i chitarristi, da Eric «Manolenta» Clapton a Jimi Hendrix ai loro emuli, gli devono molto, forse tutto, anche gli U2 l’hanno voluto omaggiare scrivendo con lui «When Love Comes To Town», ai tempi di «Rattle and Hum», il loro viaggio di scoperta nella galassia delle musiche nordamericane. Come gli altri grandi (Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Willie Dixon, John Lee Hooker…) aveva portato il suono delle campagne nell’inferno urbano ed elettrico della modernità, dando il via al Big Bang che ha generato tutta la musica popolare del Novecento, dal jazz al rock, simboleggiata da quella chitarra elettrica (nel suo caso, la Gibson, che lui soprannominò Lucille) senza la quale sarà per sempre impossibile immaginarlo o ricordarlo. 
 
Provini e Casting X Factor 2015, Date e Info
Prendono il via Provini e Casting per X Factor 2015, si cercano Artisti emergenti per la famosissima trasmissione televisiva dedicata al mondo della musica, ricerca nuovi volti con l’ X factor della musica per la nuova edizione del programma tv. X FACTOR ha scoperto nelle sue edizioni talenti della musica italiana che hanno avuto e che hanno successo Internazionale,artisti come: Marco Mengoni, Noemi, Giusy Ferreri, Francesca Michielin, Chiara Galiazzo e l’ ultimo talento scoperto nella scorsa edizione del programma tv rivolto alla musica : Lorenzo Fragola.
Il programma che vede protagonista indiscussa la musica e il talento, in onda su programma Sky presentato da Alessandro Cattelan, nell’ edizione 2015 coinvolgerà i tanto famosi e temuti coach quali Mika, Fedez, Victoria Cabello e Morgan.
Novità di questa nuova edizione di X FACTOR 2015 sarà l’ inserimento della nuova Categoria Gruppi che si affiancherà accanto alla sezione già presenti nelle edizioni scorse quali :Under donne, Under uomini e Over 25che andranno a sostituire la sezione dedicata alle band e formazioni musicali. La campagna di scouting ha attraversato tutta la Penisola con un’ esperienza on the road alla ricerca di nuovi talenti canori.
Come riportato sopra la campagna X FACTOR di scouting ha attraversato tutta la Penisola con un’ esperienza on the road alla ricerca di nuovi talenti canori.I casting si terranno nelle regioni di  Emilia Romagna e Lazio e sono rivolti a cantanti e gruppi musicali.

Ecco riportate di seguito le info per gli appuntamenti dei casting:

  • 9-10-11 MAGGIO 2015 ORE 8.00 in via Palalottomatica in Piazzale dello Sport n1 ROMA
  • 23-24-25 MAGGIO ORE 8.00 in via Larga n 6 Torre Unipol BOLOGNA

Se anche tu possiedi l’X FACTOR puoi candidarti ai casting per la prossima edizione 2015 semplicemente contattando il num. 0423 402300 , oppure  registrandoti al portale web Sky ed effettuare il login e compilare il modulo per la candidatura, per poi accedere al sito ufficiale del programma e compilando l’ apposito form delle selezioni 2015.
Ricordiamo che è gradito un breve video della propria esibizione canora se si è già in possesso di una formazione musicale.

 
Pino Daniele è morto! Ci ha lasciati il 5 Gennaio 2015
Con Pino Daniele la musica italiana perde uno degli interpreti più grandi della sua storia. La sua morte improvvisa, come spesso capita, si lascia dietro una scia di coincidenze: il suo ultimo tour, un grande successo concluso proprio pochi giorni fa, era stato dedicato alla reunion della band di "Nero a metá", non solo uno degli episodi più felici della sua carriera ma senza dubbio uno degli eventi storici della storia della nostra musica dal vivo.
A marzo avrebbe compiuto 60 anni: e proprio di questo traguardo anagrafico aveva parlato nel corso della puntata di "Canzone" andata in onda su Rai1 il 30 dicembre, manifestando il suo disagio nei confronti di un mondo in cui avvertiva "la mancanza di pensiero".
Il 31 dicembre aveva partecipato al Capodanno di Rai1, la sua ultima esibizione. Pino Daniele resterà un simbolo di Napoli, ma nei libri di storia va ricordato come il protagonista di un'autentica rivoluzione musicale. Quando nel 1977 uscì "Terra Mia" il pubblico scoprì un nuovo modo di fare musica d'autore: in quegli anni Napoli era uno dei centri propulsori della creatività, era l'epoca del Napoletan Power e Pino Daniele, con la sua voce inconfondibile, la sua abilità di chitarrista, l'ironia dei suoi testi ne era diventato il leader incontrastato. Fin dall'inizio il suo progetto è stato chiaro: fondere la grande tradizione della canzone napoletana e gli elementi della musica del Mediterraneo con le sue grandi passioni, il blues, il jazz, il soul e il funky, pescando nei dischi dei suoi idoli, Jeff Beck, Eric Clapton, ma anche Paco de Lucia, Frank Zappa ("sono diventato pazzo ascoltando 'Over Night Sensation'" raccontava), Carlos Santana, Pat Metheny.
E mentre venivano pubblicati in serie album capolavoro e uscivano canzoni che sono tra le più belle della nostra storia, l'Italia scopriva una nuova figura di artista star, un napoletano "nero a metà" che stava in classifica con brani in cui la parte strumentale aveva la stessa importanza di quella vocale, con concezioni e livello esecutivo del tutto simili ai grandi prodotti della musica internazionale. Su questi concetti ha lavorato tutta la vita: Pino studiava moltissimo e ascoltava molta musica a caccia di idee nuove. Stava lavorando al suo nuovo album che, nelle sue parole, avrebbe dovuto essere "molto acustico". Nella sua carriera ha collaborato con buona parte dei più importanti artisti italiani e con figure come Chick Corea, Wayne Shorter, Gato Barbieri, alcuni dei più celebri session men del mondo e il suo amato Eric Clapton che lo ha invitato a suonare al suo festival a Chicago, accanto ai migliori chitarristi in circolazione, in uno degli episodi più emozionanti della sua carriera.
Pino Daniele non era un grande comunicatore ma amava il confronto, con quelli più bravi di lui come con quelli più giovani. L'incontro con un altro grande napoletano, Massimo Troisi, rappresenta una tappa fondamentale della sua vicenda artistica: i due erano legati da un'amicizia simbiotica, Pino ha scritto le musiche per i primi tre film dell'amico, toccando con "Quando", che chiudeva "Pensavo fosse amore e invece era un calesse", uno dei vertici della nostra canzone. E' veramente difficile valutare l'impatto della sua morte improvvisa. Pino Daniele è stato uno di quei personaggi che con la sua arte riescono a travalicare i confini del proprio ambito creativo per entrare nella storia del proprio Paese: dalla fine degli anni '70 ci sono generazioni intere che sono cresciute con i suoi dischi e i suoi concerti, frasi e titoli delle sue canzoni fanno parte da tempo del linguaggio comune.Senza contare che, insieme a un corpus di canzoni che sono una sorta di romanzo di formazione collettivo, con la sua continua ricerca di conciliare culture diverse un prezioso modello di apertura mentale e tolleranza. La grande lezione di un grande napoletano.
 

Infarto sul palco durante il concerto Morto il cantante Mango

L’artista, che aveva compiuto 60 anni a novembre, si stava esibendo a Policoro, Matera. Si è accasciato durante «Oro» ed è stato trasportato in ospedale, inutilmente.
Il cantante Mango è morto, stroncato da un infarto, accasciandosi mentre terminava il concerto al «Pala Ercole» di Policoro, in provincia di Matera. L’artista, che aveva compiuto 60 anni il 6 novembre scorso, durante la canzone «Oro», si è fermato, si è scusato con il pubblico, ha rivolto un cenno a un assistente ed è stato soccorso e trasportato in ospedale, dove è giunto privo di vita. Il suo staff lo ha salutato dalle pagine dei social network con le parole di «Non moriremo mai».
Molti fan, dopo che il cantante si è sentito male, si sono trasferiti dalla sede del concerto all’ospedale dove sono arrivati anche i parenti dalla vicina Lagonegro (Potenza), città natale del cantautore.
Mango, nato il 6 novembre 1954 appunto a Lagonegro, era legatissimo alla sua Lucania, della quale raccontava: «La Basilicata è un sano principio». Tra novembre e dicembre il cantautore stava affrontando «Elettroacustico», una serie di concerti acustici in preparazione di una tournée in sala al via da gennaio. L’ultimo avrebbe dovuto essere proprio quello di Policoro, una serata benefica dal tema «Solidarietà e integrazione» in favore della Onlus «World of Colors» per la costruzione di una scuola a Bolama, in Guinea Bissau. Oltre a Mango, erano presenti per la serata anche la moglie Laura Valente, e cantanti come Dino Paradiso, Franco Fasano, Roberta Albanesi, Fabio Rondinelli e Metis Di Meo.
Una carriera estremamente precoce, la sua, iniziata già all'età di sette anni con dei gruppi locali che suonano dal blues all'hard rock. Nel 1975 si trasferisce a Roma e incide, per Rca, «La mia ragazza è un gran caldo», il suo primo album. I suoi testi attirano l'attenzione di diversi cantanti, tra i quali Patty Pravo e Mia Martini. Nel 1984 presenta alla casa Fonit un brano, «Mama Woodoo»: con un testo di Mogol, verrà trasformata in «Oro». Fra i molti successi di Mango anche il premio della critica ottenuto nel 1985 al Festival di Sanremo con «Il Viaggio». Nello stesso anno incontra la cantante Laura Valente, futura cantante dei Matia Bazar, e oltre a volerla come corista, allaccia una relazione che durerà fino al 2004, anno in cui la coppia si è sposata. Mango lascia anche due figli, di 19 e di 15 anni. Altri celebri brani del cantautore sono «Bella d'estate» (scritta insieme a Lucio Dalla), «Mediterraneo» e «Lei verrà».
 

Jack Bruce, fine di un'epoca, muore il bassista dei Cream

Il musicista, che insieme a Eric Clapton e Ginger Baker aveva fondato uno leggendari trio power blues della musica, è scomparso. Aveva 71 anni e, fino all'ultimo, non aveva rinunciato alla musica.
Hanno influenzato molti, anche nomi diventati più leggendari di loro, come Jimi Hendrix. I Cream, in cui suonava il polistrumentista e compositore Jack Bruce, scomparso a 71 anni, perdono un pezzo della loro storia. E la storia della musica perde l'ennesimo tassello. Bruce, bassista, cantante e autore  con la Brit band per eccellenza, i Cream, che aveva formato nel 1966 con il chitarrista, futura superstar, Eric Clapton, e il batterista Ginger Baker, è morto. L'annuncio è stata confermata dal suo addetto stampa.
Nato John Symon Asher "Jack" Bruce il 14 maggio a in Bishopbriggs, Lanarkshire, in Scozia, come molti artisti dell'epoca aveva abbandonato la scuola per perseguire un sogno: suonare. Il suo primo tour è proprio in Italia, dove imbracciò il suo doppio basso a seguito della Murray Campbell Big Band. Nel 1962, entra a far parte dei londinesi Blues Incorporated di Alexis Korner, un altro mito della "British Invasion", quegli inglesi che suonavano il blues (più rock e psichedelia) e lo rivendevano come nulla fosse a chi quel genere lo aveva inventato, gli americani. Pochi anni più tardi salirà sul palco con i Cream e nulla sarà più lo stesso, finendo definitivamente nel pantheon del rock mondiale.
Dopo lo scioglimento della band nel 1968, e la fine dell'epoca d'oro del rock psichedelico, collabora con molti musicisti tra cui un altro grande, Lou Reed. Il suo stile era di quelli potenti, e fino all'ultimo ha lavorato: è dello scorso aprile l'album di inediti diventato anche il suo ultimo lavoro, Silver Rails. Del disco raccontava: "È molto vario. Riassume bene quello che ho fatto in tanti anni. Ma non è nostalgico, anzi. Ho preso molti spunti dalla musica odierna, dagli stimoli che ho avuto ascoltando band dell'ultima generazione". Ecco, la nostalgia. Quella che rimarrà a chi sul piatto metterà, d'ora in poi, la sua musica.
 
Marco Mengoni, nel 2015 in tour con il '#MengoniLive2015
Marco Mengoni si appresta a tornare sulle scene con il suo nuovo album in studio, ideale successore del fortunato "#Prontoacorrere"; dopo aver disseminato, negli ultimi otto giorni, alcuni indizi sui social (utilizzando hashtags quali "#dovenasconoleidee", "#nuovifuturi" e "#8suoniper3colori"), il cantante di Ronciglione ha svelato le prime date ufficiali della tournée per mezzo della quale presenterà dal vivo il suo nuovo progetto discografico: lo ha fatto attraverso il lancio di un'app interattiva la quale dà accesso ad alcuni contenuti extra, tra cui - appunto - le date del tour (intitolato "#MengoniLive2015" - coloro che scaricheranno l'applicazione potranno acquistare i biglietti, in anteprima, dal prossimo 23 settembre), che vi riportiamo qui sotto.
7 maggio - Milano, Mediolanum Forum
10 maggio - Torino, Pala Alpitour
12 maggio - Firenze, Mandela Forum
14 maggio - Roma, PalaLottomatica
16 maggio - Napoli, Palapartenope
19 maggio - Bari, Palaflorio
21 maggio - Bologna, Paladozza
23 maggio - Conegliano (TV), Zoppas Arena
Il nuovo album in studio di Marco Mengoni è stato prodotto, esattamente come il precedente, da Michele Canova; parte delle lavorazioni del disco si sono tenute a Los Angeles, presso i Sunset Sound Studios (Hollywood). Non si conosce ancora, tuttavia, la data di pubblicazione del disco.
 

Amazon lancia Prime Music, servizio di musica in streaming

Un articolo del New York Times ha anticipato di alcune ore la cosa, che ora è ufficiale. Amazon ha appena lanciato Prime Music, il proprio servizio di musica in streaming (per competere, ovviamente, con Spotify, Deezer e le altre entità simili).
Prime Music è riservato ai soli iscritti al servizio Amazon Prime (che costa 99 dollari all'anno e - al momento - include già l'accesso a ebook e film, tra le altre cose). Il servizio è incluso gratuitamente nel citato pacchetto Prime e non ci sarà pubblicità inserita negli ascolti. Fin qui sembra - a parte il prezzo dell'abbonamento, che potrebbe scoraggiare alcuni utenti, ma è spiegabile con l'idea di coinvolgere ascoltatori casuali, più che quelli abituali - quadrare tutto.
Il vero problema sembrerebbe il fatto che, laddove Sony e Warner Music hanno confermato un accordo con Amazon per concedere i loro cataloghi in streaming, la stessa cosa non è accaduta con Universal. Quindi ciò significa che alcune delle uscite più forti e degli artisti più seguiti non saranno presenti nel servizio di Amazon (due su tutti: Kanye West e Lady Gaga, tanto per capire l'ordine di importanza della faccenda). 
Un altro malus, segnalato dal NY Times, è che il nuovo servizio di Amazon, numericamente, offre una quantità di canzoni molto inferiore rispetto ai competitor attuali, almeno in questa prima fase di lancio. Si parla di migliaia di brani contro i milioni della concorrenza. In più non è prevista l'inclusione, tra gli streaming, di nuove uscite - solo dischi di catalogo.
Al momento Prime Music sembra avere il suo focus principale puntato sulle playlist e Amazon ne ha già messe a disposizione parecchie, assemblate e curate appositamente per andare incontro ai gusti di potenziali ascoltatori differenti.
Peraltro questo tipo di piattaforma musicale per Amazon era nell'aria da tempo, ma è andata incontro a numerosi intoppi e ritardi per via di problematiche sui diritti e la difficoltà di chiudere - in modo soddisfacente - le negoziazioni sulla questione del licensing.
Amazon ha nei suoi piani la pubblicazione di app dedicate a Prime Music, supportate da Kindle Fire, iOS, Android, PC e Mac. Ogni app consentirà la riproduzione offline.

 
Roma, Negramaro headliner nel festival targato Hard Rock Cafè a Roma

Una data in più da segnare sul fitto calendario live estivo, anche perché l'evento è gratuito, si svolge in una cornice suggestiva (Piazza del Popolo a Roma), ha come promotore un marchio attraente per gli appassionati di musica (l'Hard Rock Cafè) e come headliner già annunciato uno dei gruppi italiani più popolari del momento, i Negramaro (nel pieno del loro nuovo tour estivo). L'appuntamento è per il 12 luglio, quando nella capitale si terrà l'Hard Rock Live In Rome, in cartellone dieci band distribuite su due palchi per oltre sei ore di musica con il corredo di altre attività di intrattenimento. Un approdo in fondo logico e naturale per il brand Hard Rock Cafè che sulla musica, gli eventi live (26 solo nel 2013) e le celebri collezioni di memorabilia ha costruito la fortuna della sua catena di ristoranti, alberghi e casinò. Stavolta, però, le ambizioni sono decisamente maggiori: "Questo festival è il nostro modo di ringraziare chi da 43 anni - e cioè dai tempi dell'apertura del nostro primo locale a Londra, nel 1971 - ci ha sempre sostenuti in Italia e nel resto del mondo", spiega il direttore marketing europeo della società Marc Carey al telefono con Rockol. "Per otto anni, proprio a Londra abbiamo organizzato una grande manifestazione chiamata Hard Rock Calling. Ma quest'anno volevamo fare qualcosa di decisamente diverso, uscendo dai confini britannici per portare on the road l'esperienza musicale che abbiamo saputo sviluppare nel tempo. Non dimentichiamo che oggi siamo presenti in oltre 65 Paesi; abbiamo scelto di partire da Roma perché, oltre a essere una città meravigliosa, rappresenta anche un mercato interessante dove numerosi sono i fan del nostro marchio. Siamo davvero entusiasti di portare in Italia un evento di questa portata".

"Avevamo già allestito eventi di dimensioni più ristrette a Venezia e a Firenze,", spiega Carey, "e anche in questa occasione abbiamo collaborato con le autorità e con l'amministrazione locale. Roma Capitale ci ha aiutato nella scelta del luogo più adatto e nella logistica ma non sotto il profilo finanziario: Hard Rock sostiene da sola tutti i costi legati alla manifestazione". La scelta dei Negramaro come headliner, aggiunge, non è stata suggerita dall'esterno: "Passo molto tempo in Italia e conosco abbastanza bene la scena musicale locale. I Negramaro, per di più, avevano suonato all'Hard Rock Calling l'estate scorsa, li avevo visti allora e poi di nuovo a Roma lo scorso mese di novembre. Dal vivo sono fantastici, esattamente quello di cui avevamo bisogno per intrattenere il pubblico. Anche per loro è una novità suonare nel cuore della capitale in un evento gratuito e sono sicuro che il 12 luglio faranno un grande show".

A parte i già annunciati Carnabys, il direttore marketing di Hard Rock Cafè non si sbilancia sui nomi degli altri artisti che prenderanno parte al festival rinviando all'annuncio ufficiale del 3 giugno e spiegando che alcune trattative sono ancora in corso. "Vogliamo portare a Roma altre band internazionali, ma anche dare sostegno a giovani gruppi locali", dice accennando al concorso "Battle of the Bands Italia" organizzato in collaborazione con Virgin Radio, che dopo gli appuntamenti al Lido di Jesolo (5 luglio) e a Firenze (il giorno dopo) porterà il gruppo vincitore a esibirsi il 12 a Roma sul "second stage" del Festival (iscrizioni a partire dal 9 maggio sul portale VirginRadio.it). L'obiettivo è di creare un evento generalista in grado di piacere a tutti: "Nei nostri ristoranti si trova di tutto, ai nonni ai bambini, e anche a questo evento saranno benvenute persone di ogni età e nazionalità, italiani e turisti stranieri. La gratuità lo rende molto diverso dall'Hard Rock Calling, dove l'ingresso era a pagamento e il palco era montato in un parco. Quel festival si è sempre svolto a Londra e in partnership esclusiva con Live Nation UK, stavolta invece collaboriamo con diverse agenzie live cui ci siamo affidati per il booking degli artisti".

E' il primo passo di una strategia a domino che punta a internazionalizzare l'attività live dell'Hard Rock Cafè. "L'idea, per il 2015, è di raggiungere altre città anche se non abbiamo ancora deciso cosa faremo e dove andremo: di sicuro però organizzeremo qualcosa di importante sulla scena della musica live", conferma Carey. "Germania, Spagna e Portogallo, oltre allo stesso Regno Unito, sono nazioni a cui guardiamo con interesse, nel caso si presenti l'opportunità di organizzare un altro grande evento musicale live. Sono convinto che oggi consumatori e appassionati di musica dal vivo siano alla ricerca di qualcosa di molto diverso da quel che desideravano anche solo cinque o dieci anni fa. Si tratta di offrire un'esperienza e un pacchetto completo ad appassionati che richiedono più interattività e un maggiore coinvolgimento attraverso i social media. Il pubblico viene ai concerti per vedere band famose ma anche gruppi nuovi, e dunque il modo in cui oggi si organizza un festival e si costruisce un cartellone è decisamente diverso da com'era solo qualche tempo fa. Come in qualunque altro settore, si tratta di continuare ad apportare modifiche, miglioramenti e innovazioni alla propria attività".

 
Pino Daniele: 'All'Arena di Verona, sarà un evento unico' - Videointervista
Quello che Pino Daniele terrà il prossimo 1 settembre all'Arena di Verona sarà un appuntamento unico. Unico perché l'uomo in blues riporterà interamente dal vivo il suo storico terzo album "Nero a metà" a 34 anni dalla pubblicazione; unico anche perché per l'occasione l'artista sarà accompagnato sul palco dalla band originale del 1980 con tanto di James Senese, Gigi De Rienzo, Agostino Marangolo, Ernesto Vitolo, Rosario Jermano e Tony Cercola: "In questi anni sono cambiate tante cose" ci ha raccontato il cantante, proseguendo: "La musica aveva una funzione diversa da quella che ha oggi. Però per noi è cambiato poco nel senso che non abbiamo fatto altre che ripercorrere le nostre esperienze musicali sempre nello stesso modo. E proporre questo nostro fare musica insieme all'Arena sembrava il modo migliore per poter far capire quel mondo alle persone che mi seguono"; unico perché oltre alle eccellenze in formazione anche un'orchestra, la Sonfonietta di Roma con i suoi 50 elementi diretti dal Maestro Gianluca Podio, farà da cornice al concerto evento: "La Sinfonietta nella cornice dell'Arena di Verona rispecchia quella che è stata sempre una mia ambizione. La voglia di fare qualcosa di bello e importante. L'orchestra da un grande senso di italianità, un colore classico alle cose. Vedremo, sarà una bella emozione secondo me."
Protagoniste dello spettacolo saranno le celebri canzoni che sono entrare a far parte del repertorio musicale e culturale comune; per questo motivo, dietro al progetto, non c'è solo un intento prettamente celebrativo, ma qualcosa di più: "perché sono pezzi che ancora oggi io suono in giro quando faccio i miei concerti. Non verranno ripresi solo per l'occasione, fanno parte del mio repertorio. Hanno segnato la vita di molte persone per questo negli anni me li hanno sempre richiesti. E' un modo per stare più vicino alla gente, ecco cos'è un concerto del genere." 
L'idea dell'appuntamento all'Arena di Verona è strettamente legata alla ristampa del disco: "Un disco  che negli anni '80 mi ha dato la possibilità di creare un nuovo modo di far canzone, per quanto riguarda la canzone napoletana che poi si è un po' trasformata, si è allontanata dalla forma tradizionale e questo così è diventato a sua volta un classico. Nasce anche da un' esigenza discografica di riprendere quel disco, aggiungerci inediti dell'epoca e ristamparlo anche in vinile, quindi per i collezionisti. E' stata poi un'occasione per mettere insieme la vecchia band e riproporre la nostra musica." 
Gli inediti aggiunti dunque "sono venuti fuori dalle registrazioni vecchie e che non sono mai stati considerati. E' come avere un vinile con la voce di allora, le chitarre di allora. Non ci abbiamo messo le mani per lasciare quel sapore."
Il concerto evento, infine, sarà unico nel senso che non verrà riproposto in altre parti d'Italia: "Già ogni anno organizziamo a Napoli un appuntamento a fine anno, una rassegna di sei giorni con tutti gli artisti napoletani. Quella è una cosa che faremo sempre, questo invece sarà un evento unico." Per qualcosa di nuovo comuque, i fan del bluesman dovranno attendere l'anno venturo: un progetto  nuovo c'è, e lui - ci ha assicurato - ci sta lavorando "piano piano".
 

Grammy Awards 2014, la lista completa dei live: McCartney-Starr dal vivo insieme

L'organizzazione dei Grammy Awards ha ufficializzato l'elenco degli artisti che tra poche ore saliranno sul palco dello Staples Center di Los Angeles per esibirsi in occasione della serata di gala nel corso della quale verranno assegnati i premi per il 2014: l'elenco, comunicato in ordine alfabetico e non in ordine di apparizione, non segnala eventuali collaborazioni non ancora formalmente comunicate, come ad esempio quella (probabile) tra Macklemore & Ryan Lewis e Madonna, ma conferma l'esibizione congiunta degli ex Beatle Paul McCartney e Ringo Starr, fino ad oggi data solo per probabile.

Ecco l'elenco dei performer ai Grammy Awards 2014:

Billie Joe Armstrong e Miranda Lambert (tributo a Phil Everly)
Sara Bareilles con Carole King
Gary Clark Jr.
Daft Punk con Nile Rodgers, Pharrell Williams e Stevie Wonder, accompagnati da Chris Caswell, Nathan East, Omar Hakim e Paul Jackson Jr.
Merle Haggard, Kris Kristofferson, Willie Nelson e Blake Shelton
Hunter Hayes
Kendrick Lamar con gli Imagine Dragons
John Legend
Macklemore & Ryan Lewis
Lorde
Madonna
Paul McCartney e Ringo Starr
Metallica e Lang Lang

Kacey Musgraves
Nine Inch Nails, Queens Of The Stone Age, Dave Grohl e Lindsey Buckingham
Katy Perry
Pink e Nate Ruess (Fun.)
Taylor Swift
Robin Thicke
Trombone Shorty & Orleans Avenue

 
E' morto Claudio Abbado : aveva 80 anni
Grande musicista, violinista e direttore d'orchestra, Abbado era stato nominato senatore a vita lo scorso 30 agosto 2013. È morto a Bologna. Era malato da tempo.
È morto Claudio Abbado: il 26 giugno avrebbe compiuto 81 anni. Grande musicista, violinista e direttore d’orchestra, Abbado era stato nominato Senatore a vita lo scorso 30 agosto. Abbado è morto a Bologna. Era malato da tempo.
L’annuncio della famiglia è stato molto semplice: «Questa mattina [20 gennaio 2014] alle 8.30 è morto serenamente Claudio Abbado circondato dalla sua famiglia. Le informazioni relative alle esequie verranno comunicate successivamente».
Nato a Milano nel 1933, Claudio Abbado si è diplomato al Conservatorio di Milano. Ha debuttato come direttore sinfonico a Trieste nel 1959. Nel corso della sua lunghissima carriera, Abbado ha diretto le più grandi opere e le più grandi orchestre del mondo. Ha guidato le più prestigiose Istituzioni musicali come il Teatro alla Scala (dal ’68 all’86), la Staatsoper di Vienna, e i Berliner Philharmoniker; ha ideato istituzioni per lo studio e la conoscenza della nuova musica.
Ma i suoi meriti non solo sono artistici. Abbado si è impegnato per la divulgazione della musica, soprattutto negli strati sociali tradizionalmente più emarginati.  Ha valorizzato giovani talenti anche attraverso la creazione di nuove orchestre, come la European Union Youth Orchestra, la Chamber Orchestra of Europe, la Mahler Chamber Orchestra, la Orchestra Mozart.
 

Rita Pavone: 'In 'Masters' canto gli eroi della mia adolescenza'

Solo un vecchio progetto sognato per cinquant’anni e mai andato in porto poteva convincere Rita Pavone a tornare a incidere un disco dopo diciannove anni di silenzio discografico e a otto anni dal ritiro dalle scene. Questione di vecchie, ardenti passioni giovanili e lo si capisce da come ne parla oggi che il doppio album “Masters”, è pronto a raggiungere i negozi (a partire da martedì prossimo, 8 ottobre). Nel suo flusso torrenziale di parole si riconoscono il pepe e la verve di sempre, condite stavolta da un irrefrenabile entusiasmo e dall’emozione di ritrovarsi in mano l’album fresco di stampa, “come quando nel 1962 mi consegnarono la prima copia del 45 giri de ‘La partita di pallone’, con la stessa etichetta (la RCA) di Elvis Presley e Harry Belafonte”. Qui, in “Masters” – nel duplice senso di maestri e di matrici discografiche, richiamate dalla grafica vintage di copertina – ci sono gli omaggi trasversali ad altri eroi adolescenziali: Fred Astaire, Judy Garland, Nat “King” Cole, Ray Charles, Frank Sinatra, Fats Domino, Bing Crosby, Andy Williams, Tony Bennett e i due più amati, Bobby Darin e Timi Yuro. Ricantati in inglese (“hai una buona pronuncia, esotica ma affascinante, mi ha detto John Davis, il re delle masterizzazioni che ha collaborato con i Led Zeppelin e lavora abitualmente con U2 e Lana Del Rey”), e poi – nel secondo dischetto - tradotti in italiano con l’aiuto di Enrico Ruggeri e di collaboratori storici come Lina Wertmüller e Franco Migliacci. “Mio papà aveva un amico che lavorava sulle navi, e che dall’America ci portava i dischi anni prima che fossero distribuiti in Italia”, ricorda di quelle cotte adolescenziali. Tra le ragazzine della mia età ero una delle pochissime ad ascoltare quelle cose, qui si sentivano Claudio Villa e ‘Buongiorno tristezza’. Avevo intuito che qualcosa di nuovo stava nascendo, ero rimasta colpita dal carisma straordinario di quei personaggi. Solo dopo mi sono resa conto che alcune di quelle splendide canzoni erano molto più antiche: ‘I wonder who’s kissing her now’, di cui avevo ascoltato venti versioni compresa quella straordinaria di Ray Charles, proviene addirittura da una commedia musicale del 1901. Ma, come diceva Louis Armstrong, quando una canzone ha una grande melodia non invecchia e non muore mai”.

Per realizzare il sogno, Rita ha fatto tutto da sola. L’interprete, la traduttrice, la produttrice esecutiva: niente discografici, neppure il marito Teddy Reno con cui festeggia 45 anni di matrimonio è stato coinvolto. “Lui era impegnato a fare altro, si è accontentato di sapere che ero felice di quello che stavo facendo. E i discografici, gli avessi illustrato il progetto prima di farglielo sentire, mi avrebbero chiesto se ero matta. Avere fatto tutto da me è motivo di grande orgoglio”. Non è stato facile, racconta, ottenere le liberatorie dagli editori americani, “gente seria che in alcuni casi mi ha fatto impazzire. Ma ci tenevo troppo, a questo che potrebbe anche essere il mio canto del cigno: ho realizzato un disco trasversale, in cui nessuna canzone prepara a quella che segue. C’è lo swing, c’è il rock’n’roll e ci sono le smoochy ballads, quelle canzoni d’amore che ti sferrano un pugno nello stomaco e che ho sempre amato”. Circondatasi di top player internazionali (al mixaggio ha provveduto James ‘Bonzai’ Caruso, 4 Grammy in carniere), alla Pavone mancava un tassello cruciale: un arrangiatore all’altezza di tale repertorio e capace di governare un’ochestra. “Indisponibili Morricone e Bacalov, affaccendati in altre faccende, stavo pensando di andarmelo a cercare a Londra: poi qualcuno mi ha presentato questo talento italiano, Enrico Cremonesi (nel suo carnet collaborazioni con Ruggeri, Adriano Celentano e Fiorello). Un tipo che sa come si dirige una grande orchestra e che sa trovare il ‘ritardo’ nei pezzi swing. Una dote naturale, che non puoi imparare. Lui mi ha aiutata a trattare le canzoni con rispetto, senza stravolgerle. Lasciando la scia di quel che erano ma portando un tocco di modernità” (tanto da incaricarsi di un inserto rap in “Se potessi amarti ancora”, versione italiana di “If I never get to love you” di Burt Bacharach e Hal David). Cremonesi, 45 anni, spiega di avere “cercato di mescolare i linguaggi. E’ stato come cucinare un piatto con tanti ingredienti diversi”. Mentre la Pavone ribadisce che anche grazie a lui ha recuperato entusiasmo dopo anni, dice, in cui “non ero per niente soddisfatta di quel che mi proponevano. Sentivo arrangiamenti vuoti, cose che non sentivo mie. Avevo deciso di mollare tutto a sessant’anni, l’ho fatto e ne sono contenta. Sono andata in Spagna, a Maiorca, a riappropriarmi della mia vita. A divertirmi e vivere le cose che non ho potuto vivere durante un’adolescenza fortunata ma tutta dedicata al lavoro. Ma poi ho voluto rimettermi alla prova: non voglio essere ricordata solo come quella de ‘La partita di pallone’ o del “Geghegè”. Un cantante è come un attore, come un regista. Deve avere la possibilità di crescere, altrimenti diventa un cartone animato. Ho visto Jim Carrey, che conoscevo come attore comico, sfornare una prova da Oscar in ‘Se mi lasci ti cancello’. E mi sono detta che una cosa così potevo farla anch’io, finché ho ancora la voce dritta e il diaframma non traballa. Sono contenta che le prime reazioni siano positive. Anche Radio Deejay, che non mi ha mai filato, si è mostrata interessata”.

Ci potrà allora essere un seguito? “Chissà, ho 68 anni, ma se la voce tiene…c’è tanta bella musica al mondo e io, in ogni momento della giornata, non posso fare a meno di cantare”. I progetti più concreti, intanto, guardano all’immediato futuro: i programmi di esportazione di un disco dal potenziale internazionale (“La Germania è stata la prima a muoversi, ci sono trattative per il Brasile e l’America Latina”), mentre per un tour “è tutto nell’aria. Se lo faremo, spero sia nei teatri con Enrico e l’orchestra, perché questa musica richiede vicinanza con il pubblico”.

Per la prima apparizione sul palco, invece, bisognerà attendere solo pochi giorni: l’8 o il 9 ottobre accanto al’amico di una vita Gianni Morandi, per i suoi due recital all’Arena di Verona dove proporrà il singolo “I want you with me” e, in coppia con il padrone di casa, una medley di vecchi successi selezionati dal catalogo di entrambi. “La nostra amicizia risale al '62 e in un mondo volubile ed effimero come quello del music business è una vera rarità. Sono molto felice di andarlo a trovare: Gianni è una persona per bene che merita tutto il successo che ha ottenuto”.  
 

Svaligiata la casa di Claudio Baglioni

05 ott 2013 - La notte scorsa si è verificato un furto presso una delle abitazioni di Claudio Baglioni. La casa è quella al Nuovo Salario, Roma. Come riporta l'Ansa, "ad avvisare la polizia è stata una vicina che si è accorta, poco prima delle 8, che la porta di casa era aperta. Secondo i primi
accertamenti sono stati rubati gioielli e altri oggetti preziosi, il cui valore è ancora da quantificare. I ladri sarebbero entrati forzando una
porta-finestra di un balcone".
Proprio oggi il sito di Baglioni riporta una importante notizia che riguarda gli spettatori del "ConVoiTour". Questo l'avviso:"A causa di una laringofaringite contratta alla fine delle prove, che ha reso Claudio Baglioni completamente afono, il ConVoiTour non potrà partire, come previsto, il 10 ottobre da Torino. La tipologia dello spettacolo carovana, purtroppo, non consente, soprattutto in considerazione dell’avanzamento della stagione autunnale, uno slittamento delle date nelle settimane successive. Si aprono, quindi, immediatamente le vendite della seconda parte del progetto live del marzo 2014".
 

Ligabue, nel libro 'La vita non è in rima' i testi del nuovo album

Nuovo libro in arrivo per Luciano Ligabue. Il prossimo 5 settembre, infatti, raggiungerà il mercato "La vita non è in rima (per quello che ne so)", un libro-intervista la cui scrittura è stata curata da Giuseppe Antonelli. Il volume conterrà in anteprima tutti i testi integrali del nuovo album di Ligabue in uscita il prossimo 26 novembre.

"La vita non è in rima vuol dire da un lato che i conti non sempre tornano. Dall’altro che, per fortuna, non siamo costretti a vivere secondo uno schema precostituito. E anche questo libro ha uno schema libero. Al centro c’è la scrittura di Ligabue, in tutte le sue forme. Si parte dalle parole – delle sue canzoni, dei suoi libri, dei suoi film – e si arriva a parlare del suo modo di vedere il mondo. La lingua e il dialetto, la famiglia e la politica, il dolore, la speranza, l’arte, il calcio, il sesso, l’amore, l’amicizia, la memoria, la felicità di riuscire a sentirsi – anche solo per un momento – 'leggero, nel vestito migliore, nella testa un po’ di sole ed in bocca una canzone'", si legge dalla bandella di prima.

La pubblicazione del libro sarà curata casa editrice Laterza; disponibile anche per la versione ebook, "La vita non è in rima (per quello che ne so)" sarà composto di 192 pagine.
 

Vasco torna alla Scala dal 6 al 13 settembre con 'L'altra metà del cielo'

Il teatro Alla Scala di Milano riapre la stagione dopo la pausa estiva con un artista decisamente speciale... parliamo di Vasco Rossi, che torna su quel prestigioso palco con il suo spettacolo "L'altra metà del cielo" - che già fu ospitato dal teatro meneghino lo scorso anno (con otto serate sold out).

Il Blasco sarà alla Scala dal 6 al 13 settembre e proporrà tredici tra i suoi brani più famosi incentrati sull'universo femminile ("Albachiara", "Susanna", "Silvia", "Anima Fragile", "Brava", "Gabri", "Incredibile romantica", "Brava Giulia", "Delusa", "Jenny", "Laura", "Sally" e "Un senso")con un arrangiamento orchestrale di Celso Valli.
E ad accompagnare visivamente la performance ci saranno oltre 20 ballerini e ballerine che si caleranno nel mondo delle donne raccontate da Vasco, sotto la guida di Martha Clarke, regista/coreografa di fama internazionale che per la prima volta, in occasione di "L'altra metà del cielo", si è cimentata nel lavorare con una compagnia classica.

Come spiega un comunicato ufficiale diffuso tramite la pagina Facebook di Vasco, "oltre a firmare la drammaturgia dello spettacolo, Vasco Rossi è naturalmente autore delle musiche e dei testi scelti per costruire la 'colonna sonora' e in qualche modo anche il 'libretto' della produzione. Albachiara, Susanna e Silvia sono i tre personaggi, o meglio tre diversi tipi di donna cantati da Vasco Rossi, ognuna seguita in quattro fasi della vita - adolescenza, maturità, crescita e abbandono. Attraverso queste fasi, ciascuna di loro cambia, si trasforma; il carattere e il destino di ognuna sono riflessi in altrettante canzoni, in altre donne".

Per approfondire il concept dietro a questo spettacolo è stato anche organizzato un incontro, il 3 settembre, animato dal critico musicale Marco Mangiarotti, dal titolo "Se il teatro balla il rock - da Pink Floyd e Queen a Vasco Rossi".
 

Rolling Stones, la data è il 30 novembre... Sabatini: "Smentisco tutto"

 sempre meno pazza l’idea di Claudio Sabatini di portare a Bologna i Rolling Stones. Più passano i giorni, più si intensificano i contatti, più l’affare si ingrossa. Ora che il sogno rock di vedere Mick Jagger e soci suonare sotto le Torri ha anche un prezzo, 3 milioni di euro all’incirca la cifra avanzata dalla band, servono soltanto gli sponsor disposti a metterci i soldi e una voce che dall’altra parte del telefono sussurri in inglese «done deal». Affare fatto.
Tanto costano infatti gli Stones, cifra che, a ben guardare, è in linea con il cachet chiesto per quest’ultimo trionfale tour partito in autunno e finito solo sabato scorso a Londra, organizzato per celebrare il mezzo secolo di attività musicale della band. A dire il vero gli Stones di recente sono arrivati a chiedere anche 5 milioni di euro a data, soldi tornati tutti indietro (con gli interessi) agli sponsor che si sono buttati nell’avventura. Questo sta cercando di fare qui in città Sabatini e, oltre alla voglia e al canale aperto con la band, può metterci anche la sua Unipol Arena. 

Il palazzetto di Casalecchio di Reno già l’anno scorso ospitò un altro mostro sacro del rock, l’ex Beatles Paul McCartney. Ora, su quel palco può salire un’intera band che ha scritto e cambiato la storia della musica. Sì, perché l’idea di vedere i Rolling Stones suonare allo Stadio Dall’Ara è del tutto sfumata in questa fase di trattative. Ora la data al centro delle telefonate tra Sabatini e i promoter della band è quella di sabato 30 novembre. Niente quindi «Satisfaction» sotto le stelle, per forza di cose il live dovrà essere al coperto. E per Sabatini quale location migliore del suo palazzetto? In teoria la capienza massima dell’Unipol Arena arriva a 13 mila persone, un terzo dei posti del Dall’Ara.

Per questo si sta ragionando su una fascia piuttosto alta di prezzi per i biglietti, che oscillerà tra i 150 e i 260 euro. Un bel sacrificio per i fan dei Rolling Stones, cifre certo proibitive per i più giovani, ma ancora accessibili per chi magari ha avuto la fortuna di vederli dal vivo al Palazzetto dello Sport di piazza Azzarita ben 46 anni fa. 

Quella è stata infatti l’unica volta che suonarono in città, un doppio concerto il 5 aprile del 1967, prima al pomeriggio e poi alla sera, davanti a 7 mila fan bolognesi completamente in delirio. Nella scaletta, comparivano brani che ancor oggi scalderebbero l’Unipol Arena, da «Paint it black» a «Ruby Tuesdey». Ma con questi prezzi, dovranno suonare un po’ di più dei 40 minuti scarsi di allora.

LA SMENTITA. Sabatini però, in una nota, smentisce tutto: "Smentiamo qualsiasi notizia relativa al possibile svolgimento di un concerto dei Rolling Stones presso Unipol Arena".
 

Roma, al via il 27 giugno 2013 il Music Summer Festival

Si terrà in Piazza del Popolo tra i prossimi 27 e 30 giugno, nel cuore della Capitale, il Music Summer Festival, rassegna musicale che ospiterà sul proprio palco - tra gli altri - Biagio Antonacci, Mario Biondi, Alex Britti, Pino Daniele, Francesco De Gregori, Emis Killa, Emma, Fedez, Fiorella Mannoia, Marco Mengoni, Modà, Moreno, Gianna Nannini, Neffa, Negrita, Nek, Nesli, Gué Pequeno, Max Pezzali, Pooh, Eros Ramazzotti con Nicole Scherzinger, Francesco Renga, Antonello Venditti e Zucchero. Le quattro serate saranno trasmesse in differita - altrettante puntate - a partire dal 4 luglio prossimo da Canale 5 e da radio 102.5.
 

Michael Jackson, 'Prima di morire 60 giorni senza dormire'

Una perizia depositata nell'ambito del processo per far luce su eventuali responsabilità nella morte di Michael Jackson ha fatto emergere un particolare a dir poco inquietante: stando alla testimonianza del dottor Charles Czeisler, un esperto dei disturbi del sonno, il cantante - poco prima di morire a causa di un'overdose di Propofol, il potente sedativo somministratogli dal medico personale Conrad Murray - avrebbe passato due mesi senza chiudere occhio. O, meglio, senza mai raggiungere il sonno profondo, conosciuto anche come "fase r.e.m.", l'unico in grado di ristorare realmente l'organismo. Alla conclusione, il professor Czeisler, è arrivato dopo un'attenta analisi dei sintomi manifestati dal Re del Pop, come - ad esempio - la difficoltà nell'elaborare discorsi di senso compiuto e la fatica nel ricordare alcuni semplici passi di danza: in sostanza, i problemi accusati dall'artista sarebbero perfettamente "compatibili con una totale privazione del sonno per un periodo prolungato". Sempre secondo la perizia depositata da Czeisler, se ad uccidere Jackson non fosse stata la dose letale di Propofol, sarebbe stata comunque la mancanza di riposo.

Questo è solo l'ultimo capitolo della battaglia legale ingaggiata dai familiari della voce di Gary, Indiana, nei confronti della AEG, colosso del live entertainment che ne curò la residency londinese - poi mai tenutasi - "This is it": se i giudici dovessero rintracciare responsabilità effettive da parte dei vertici della società nella scomparsa della popstar, l'agenzia oggi subsidiaria dell'Anschutz Entertainment Group potrebbe essere costretta a pagare un risarcimento monstre agli eredi di Jackson, che hanno quantificato monetariamente la perdita del congiunto in 26 miliardi di dollari, importo di poco inferiore alla stima elaborata dal Fondo Monetario Internazionale del prodotto interno lordo dell'Albania nel 2013.
 

Robbie Williams risponde a Liam Gallagher: 'Beady Eye? Bravi, ma...'

A poche ore dalla sparata di Liam Galllagher, che aveva definito Robbie Williams un "fottuto grasso idiota", arriva la replica dell'ex Take That. Che risponde al fuoco in punta di fioretto, evitando volgarità ma mirando al bersaglio grosso, ovvero alla (dibattutissima, almeno tra gli appassionati) "dipendenza autoriale" degli ex-Oasis - i Beady Eye - dal transfuga Noel Gallagher, dal 2010 solista con i suoi High Flying Birds.

"Le canzoni dei Beady Eye suonano bene", ha dichiarato al New Musical Express il cantante di Stoke: "Ce ne sono un paio che sarebbero dannatamente incredibili, se solo avessero un ritornello. 'Flick of the finger' è quasi un grande pezzo. E anche 'Start anew' lo sarebbe, se - appunto - avesse un ritornello". Una grave carenza in materia di songwriting, quindi. Dovuta - e qui Williams deliberatamente tocca un nervo scoperto - alla mancanza del maggiore dei Gallagher: "(I Beady Eye) Hanno perso il loro generale. Ho sentito 'Second bite of the apple' (il secondo singolo estratto dall'album di debutto della band guidata da Liam, ndr): non so se nessuno gli abbia mai detto niente, in proposito. Quando la ascolti pensi: 'Per favore, metteteci un ritornello. Sarebbe bellissima'. Ma immagino che nessuno nel gruppo abbia abbastanza carattere da farlo presente a Liam". E, per finire, la stoccata definitiva al personaggio Liam Gallagher: "Dal punto di vista dell'immediatezza, le interviste sono molto meglio dei dischi. Sì, mi piacciono proprio, le interviste. Quelle di Liam, poi, sembrano delle puntate di 'Star stories' (programma satirico britannico mandato in onda da Channel 4 tra il 2006 e il 2008 che si prendeva gioco dello stile di vita dei vip)".
 

Legnini: 'La liberalizzazione dei diritti connessi resta una questione aperta'

La liberalizzazione dei diritti connessi al diritto d'autore, così come disposto dal decreto legge n.1 del 2012 convertito dalla legge n.27/2012, resta una questione aperta. Lo ha detto ieri, intervenendo presso la Commissione Cultura alla Camera, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria Giovanni Legnini (PD): il provvedimento di individuazione dei requisiti minimi "necessari ad un razionale e corretto sviluppo del mercato degli intermediari", adottato dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 19 dicembre 2012 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'11 marzo 2013, ha permesso di riconoscere a tre imprese - ItsrightSCF - Consorzio Fonografici e Nuovo IMAIE - la facoltà di esercitare l'intermediazione, ma l'entrata in vigore della liberalizzazione, dice Legnini, ha comunque "creato diversi problemi interpretativi e applicativi di armonizzazione con la normativa previgente". "In particolare", ha ricordato il sottosegretario, "da più parti si è espresso il timore che la liberalizzazione possa sfociare in una totale deregulaton, che non consentirebbe di tutelare gli interessi dei soggetti più deboli economicamente e quindi meno redditizi per le nuove imprese di collecting. Inoltre, la situazione di incertezza che potrebbe determinarsi circa l'esatta individuazione degli aventi diritto potrebbe portare ad una paralisi del mercato, a danno di tutti gli interessati. Si è segnalata, infine, l'opportunità di mantenere in capo al Nuovo IMAIE, in qualità di unico soggetto sottoposto a vigilanza pubblica, funzioni generali di carattere pubblicistico a favore dell'intera categoria degli artisti interpreti o esecutori".

"Lo strumento idoneo per la definizione di tali problematiche è stato individuato nel decreto di riordino dell'intera materia del diritto connesso", ha ricordato Legnini, aggiungendo che "un primo schema del provvedimento è stato elaborato dalle Amministrazioni vigilanti e da un'apposita Commissione speciale designata nell'ambito del Comitato Consultivo Permanente per il diritto d'autore operante presso il Ministero per i beni e le attività culturali". Il testo è stato diramato lo scorso 26 marzo a tutte le associazioni di categoria interessate ed è stato poi rielaborato dalla Commissione speciale sulla base delle proposte e delle valutazioni suggerite dalle stesse. La sua versione finale dovrà cercare di fornire soluzioni ai temi di potenziale conflittualità quali le modalità di ripartizione dei compensi agli aventi diritto (i criteri di definizione degli stessi e di ripartizione dei proventi sono diversi da una società all'altra), la tutela dei diritti acquisiti e degli aventi diritto che decidano di non conferire mandato ad alcun intermediario, l'esatta definizione dell'ambito di applicazione della liberalizzazione (in relazione alla questione della cosiddetta copia privata audio e video) e la decorrenza dei contratti di mandato stipulati con le nuove imprese.
 

Bruce Springsteen suona tutto 'Born to run' a Padova: la recensione del concerto

Chi non ama Bruce Springsteen si chiede perché i suoi fan vadano a vedere più concerti dello stesso tour, anche a pochi giorni di distanza. Perché gente viaggi da ogni parte del mondo per andare vedere i suoi show e perché l’Italia sia una delle mete preferite di questi turisti rock.
Chi si fa queste domande su Bruce Springsteen avrebbe dovuto vedere il concerto di Padova, allo stadio Euganeo.
Doveva essere un concerto diverso. Diverso da quello di Napoli di una settimana fa. Diverso dall’ultima puntata del Boss nel Nord-Est, risalente solo al giugno del 2012 (Trieste). Diverso da ogni cosa che i fan italiani (e non solo) avevano visto fin’ora.
E diverso è stato: 3 ore ore di rock, con un disco suonato per intero, “Born to run”, una scaletta con molte sorprese ed un livello di energia ancora superiore al concerto napoletano.
La giornata comincia prestissimo: ben prima delle sei Springsteen si presenta sul palco e, chitarra e voce, suona due brani acustici: “The promised land” e “Growin’ up”. A quel punto lo Stadio Euganeo si sta ancora riempiendo: il colpo d’occhio è meno scenografico di Piazza Plebiscito, ma la gente è molta di più - si arriverà al sold out con 40.000 persone. La prima vera sorpresa è quasi tre ore dopo, alle 8.40: Bruce riprende il filo del discorso esattamente dove l’aveva lasciato a Napoli. Là aveva terminato da solo con una emozionante “Thunder road” acustica. E qua inizia da solo, senza E Street Band: armato di chitarra acustica, intona “The ghost of Tom Joad”, suonata in maniera rabbiosa, molto diversa dai sussurri dell’originale. Si intuisce già l’energia, che esplode con l’arrivo della E Street Band: la sequenza iniziale è la stessa di Napoli: “Long walk home” seguita da “My love will not let you down”. Ma a quel punto tutto lo stadio sta già saltando. La voce, la faccia di Bruce sugli schermi dicono che è in forma, stasera.
Dopo “Two hearts”, Springsteen manda a quel paese la scaletta, iniziando a prendere richieste dal pubblico - cosa che solitamente fa più avanti nel concerto. E che scelte: “Boom boom” di John Lee Hooker - un bluesaccio suonato abitualmente nel tour di fine anni ’80 di “Tunnel of love” -, il power pop di “The ties that bind” e un’intensa “Something in the night” intonata mentre sullo stadio sta calando il buio della sera.
Dopo la sequenza standard - chiusa da una bella “Spirit in the night” con una delicata coda per voce e sax con Jake Clemons - arriva la sorpresa: “Stasera suoneremo 'Born to run' per intero”, dice Springsteen. A quel punto ti giri e vedi la gioia pura sul volto dei fan, quelli che vanno ad ogni concerto alla ricerca di qualcosa di speciale in scaletta. E anche negli altri - perché nell’istante in cui partono le prime note di “Thunder road” è una festa, coronata da una splendida “Backstreets”, una carica “She’s the one” e il finale intenso ed emozionante di “Jungleland”.
A quel punto, la scaletta non offre più sorprese, solo energia pura. E momenti di puro divertimento, come quando un fan della prima file viene chiamato sul palco con i suoi cucchiai - si presenta come membro della cover band The Fireplaces e suonerà i suoi “strumenti” per tutta “Pay me money down”. O come quando viene avvistato un cartello “Bruce please dance with my mother in law”. E Springsteen balla con la suocera del fan.
Si finisce dopo poco meno di tre ore, con l’ormai consueta festa di “Twist and shout”, con lo stadio che balla.
Ora viene solo da chiedersi cosa si Springsteen si inventerà a San Siro lunedì: uno dei suoi posti preferiti, teatro di 4 meravigliosi concerti - 1985, 2003, 2008, l’ultimo solo l’anno scorso. Quello che è sicuro è che sarà uno spettacolo grandioso, se il livello di energia sarà quello di Padova: pochi pubblici sono in grado di scaldare Bruce Springsteen come quello italiano.
 

Allarme in Francia: calano i download e lo streaming non decolla

Una sospensione dei pagamenti dei diritti da parte di YouTube (ripresi nel secondo trimestre) e un' "operazione speciale" da parte di una major discografica che non si è ripetuta finora nel 2013 sono alla base, secondo l'associazione locale dei discografici SNEP, della flessione del fatturato delle case discografiche francesi registrato tra il gennaio e il marzo di quest'anno: periodo negativo non solo per le vendite di supporti fisici (-7,3 per cento, anno su anno, per un volume d'affari pari a 77 milioni di euro), ma anche, appunto, per gli introiti generati dalla musica "liquida", calati del 5,2 per cento a 30,9 milioni di euro (il calo complessivo del mercato è del 6,7 per cento).

Senza i due eventi eccezionali, sostiene la SNEP, il fatturato digitale sarebbe rimasto comunque in stallo: colpa, secondo l'organizzazione, di un decollo difficile dello streaming (+ 2 per cento appena, nel trimestre) a fronte di un calo dei download "alla carta" (- 4,1 per cento) in un momento in cui - a dispetto delle misure intraprese dall'autorità antipirateria Hadopi - i servizi illegali e le piattaforme p2p vedono crescere da 10 a 10,7 milioni i loro utenti in Francia.

L'utilizzo delle piattaforme legali interessa invece 53 milioni di francesi, con YouTube a fare la parte del leone (54 per cento) seguita da iTunes e Vevo (12 per cento ciascuna), Deezer (9 per cento), Dailymotion (5 per cento) e Spotify (2 per cento), mentre i restanti servizi si aggiudicano complessivamente il 6 per cento.
 

Sting, in autunno nei negozi il nuovo album di inediti 'The last ship'

Si intitola "The last ship" e verrà pubblicato il prossimo mese di settembre il primo album di inediti in studio di Sting da dieci anni a questa parte: lo riferisce il New York Times, che specifica come l'idea seguito di "Sacred love" del 2003 sia di fatto la colonna sonora dell'omonimo musical (a sua ispirato al suo album "The soul cages" del 1991) al quale l'ex leader dei Police ha lavorato in questi ultimi anni.

Tra i brani presenti nella tracklist, sono da segnalare la title track, walzer dalle atmosfere folk cantata in un dialetto tipico del nord Inghilterra, e "And yet", brano dagli spiccati accenti funk incentrata su un marinaio che - poco prima del ritorno a casa - immagina se la donna che aveva lasciato prima di partire lo stia ancora aspettando. Alla realizzazione del disco, scritto e registrato nel corso degli ultimi tre anni, hanno preso parte anche lo sceneggiatore John Logan, autore dell'ultimo capitolo cinematografico della saga di 007, "Skyfall", e il paroliere Brian Yorkey.

La pièce omonima racconta del declino dell'industria navale nell'Inghilterra degli anni Ottanta: lo spettacolo verrà messo in scena da Joe Mantello, già noto per i suoi lavori su "Wicked" e "Other desert cities".
 

Addio a Ray Manzarek (Doors)

Ray Manzarek, tastierista e fondatore dei Doors è mancato all'età di 74 anni. Lo annuncia la pagina Facebook ufficiale del gruppo, dove si legge che il musicista è "scomparso alle 12:31 PM presso la RoMed Clinic di Rosenheim, Germania, dopo una lunga battaglia con il cancro. Al momento della scomparsa erano presenti sua moglie Dorothy Manzarek, e i suoi fratelli Rick and James Manczarek”.
Nato a Chicago, Manzarek si era trasferito a Los Angeles per studiare e lì aveva formato i Doors nel 1965 dopo avere incontrato Jim Morrison a Venice Beach - il suo suono di tastiera sarebbe diventato altrettanto iconico quanto la voce di Morrison - per esempio come dimostra l'intro del brano simbolo della band, "Light my fire" - tanto da essere considerato uno dei tastieristi più importanti della storia del rock. La pagina Facebook del gruppo ricorda che i Doors arrivarono a vendere più di 100 millioni di dischi,  ottenendo 19 dischi d'oro, 14 di platino, e cinque multiplatino solo negli Stati Uniti.
Dopo la morte di Morrison 1971, Manzarek portò avanti i Doors ancora avanti fino al 1973, quando la band si sciolse. Continuò quindi la sua carriera musicale anche come produttore. Riformò in diverse occasioni i Doors con Robby Krieger, coinvolgendo alla voce cantanti come Eddie Vedder (Pearl Jam) e Ian Astbury (Cult) - in quest'ultima occasione, nel 2002, il batterista John Densmore si oppose e fece causa per impedire l'uso del nome.
"Sono profondamente addolorato dalla scomparsa del mio amico compagno di band. Ma sono grato per aver potuto suonare ancora le canzoni dei Doors con lui nell'ultimo decennio", ha dichiarato Krieger. "Ray è stata una grande parte della mia vita e mi mancherà sempre".
 

One Direction al Forum di Assago: la recensione del concerto

C’è un uomo, nelle file in fondo del concerto più atteso dell’anno. E' in piedi.
Il 95% degli uomini e donne sopra i 16 anni è lì per lavoro o per accompagnare qualcuno. Sono seduti e quasi tutti hanno la faccia rassegnata e/o chinata su uno smartphone. Sembrano esausti: hanno probabilmente sudato sette camice per trovare un biglietto per le loro figlie/sorelline/nipoti.
Quell’uomo no. Balla. Ha una maglietta bianca con una scritta a mano: “Daddy directioner”.
Ha la faccia felice, quell’uomo. Ha capito tutto: l’evento è una festa anche per lui, non solo per la figlia.
Gli One Direction arrivano a Milano, per la seconda data italiana, dopo l’Arena di Verona. Ed è una festa davvero. Lo è per le ragazze che assediano il Forum di Assago, dentro e fuori: senti arrivare urla dall’interno fin dal parcheggio, a sua volta assediato da altre ragazze che cantano e da altri genitori che aspettano.
E il concerto dei One Direction è un bel concerto - fatevene una ragione, voi che vorreste che il gruppo inglese facesse schifo. Invece.
Solo che quasi non lo senti, il concerto.
Anche se sei dentro. Perché ogni mossa, ogni entrata, ogni parola dei cinque ragazzi viene accompagnata da urla, a livelli assordanti. La scena non è molto diversa da altre già viste in altre ere, con altri gruppi. Ma sembra tutto più forte, questa volta - perché gli One Direction sono una macchina da guerra.
Il concerto, dicevamo: senza fronzoli, un palco con un megaschermo sullo sfondo, una struttura con la band diligentemente messa ai lati e una pedana elevata sui cui gli One Direction ogni tanto salgono per cantare. Il resto del palco è vuoto, loro non fanno mossette o balletti (non sono una boy band anni ’90), ma semplicemente cantano e si muovono, mentre il megaschermo rimanda citazioni che non c’entrano nulla con i teenager ma ammiccano ai genitori: dai collage simil-Rotella, ad un lyric video su “One thing” fatto con la grafica bauhaus (che certo fa più “cool” su una copertina dei Franz Ferdinand, ma qua funziona benissimo), ai fumetti, agli Space Invaders degli anni ’80.
Ma per il resto è tutto qui: cinque ragazzi che cantano musica pop, lo fanno bene e si vede che divertono - e sono allenati benissimo.
Perché ovviamente c’è del metodo, nella costruzione dello spettacolo, e il metodo è la semplicità: l’unico effetto speciale è un’uscita dalle botole, e la passerella che si solleva e viaggia sospesa sopra la platea del Forum fino a portare i cinque ad una pedana in mezzo: in quel momento in cui cantano un po’ di cover: “One way or another” dei Blondie, “Teenage kicks” degli Undertones (su cui il vostro severo recensore si è lasciato andare ad un balletto), persino una improvvisata (?) versione di “I’ll be there for you” dei Rembrantds, ovvero la sigla di Friends, richiesta via Twitter sui megaschermi.
Nella seconda parte dello show i ragazzi imbracciano pure le chitarre, accennano qualche suonata. Tengono bene il palco, e si vede che non avranno problemi a cantare negli stadi l’anno prossimo quando sarà il momento - si parla già di San Siro.
Alternano brani lenti come “Summer love” (su cui intravedo due genitori che ballano abbracciati come fosse un lento Motown degli anni ’60) ad un finale più rock ed elettrico con “Teenage dirtbag” dei Wheatus, “Rock me” che cita “We will rock you” dei Queen e il primo bis “Live while you’re young” che plagia “Should I stay or should I go”.
Fuori dal Forum, alla fine, la festa sembra un po’ meno tale: ancora tante ragazzine che hanno atteso e ora vedono le facce felici delle coetanee che escono. E soprattutto macchine in seconda, terza fila che bloccano le rotonde: genitori che attendono. Loro, sicuramente, non si sono divertiti. Ma le figlie sì, e pure qualche genitore che era dentro.
Sicuramente il Daddy Directioner si è divertito un sacco.
 

Google: lanciato, negli Stati Uniti, il servizio di streaming (solo a pagamento)

Si chiama Google Play Music All Access, il servizio di streaming musicale di Google che il colosso tecnologico di Mountain View ha finalmente svelato questa notte di fronte ai seimila sviluppatori convenuti al Moscone Center di San Francisco per la sesta conferenza annuale Google I/O.

Disponibile da subito negli Stati Uniti, la piattaforma digitale offre agli utenti la possibilità di accedere a milioni di canzoni concesse in licenza da case discografiche come Universal, Sony Music e Warner Music (nonché da etichette indipendenti come Beggars, Rough Trade e Warp Records rappresentate da Merlin) tramite web browser o applicazioni per smartphone Android in cambio di un abbonamento mensile di 9,99 dollari (scontato a 7,99 dollari per chi decide di iscriversi prima del 30 giugno; i primi 30 giorni di prova sono gratuiti). Si tratta, secondo la definizione di Chris Yerga, engineering director Android di Google, di "una radio senza regole": tramite una funzione denominata "Explore" gli utenti possono accedere a playlist e raccomandazioni personalizzate sulla base dei loro gusti, delle loro collezioni e dei loro ascolti precedenti (ma anche suggerite dai music editor di Google); all'abbonato è tuttavia data anche facoltà di aggiungere al programma canzoni in suo possesso e che non risultano disponibili nel catalogo in streaming del servizio (tramite un'integrazione con il servizio cloud che tiene in memoria i brani archiviati nella libreria digitale personale).

L'opzione "Listen Now" consente invece di accedere a nuove uscite, brani appena aggiunti al catalogo e stazioni radio automaticamente generate. Sorprende gli osservatori ed esperti di mercato la mancanza di un'opzione di accesso gratuito (a parte il primo mese di prova), modello Spotify: soprattutto perché Google ha sempre basato i suoi modelli di business, finora, sui servizi gratuiti e sulla raccolta pubblicitaria.
 

Bologna: al via il Music Italy Show. Dal 14 al 16 Giugno 2013

In programma a Bologna, dal 14 al 16 giugno, il Music Italy Show, la rassegna di tre giorni dedicata alla musica in tutti i suoi fronti, specialmente quello degli strumenti musicali.
Ospitata all'interno della Fiera di Bologna, la manifestazione offrirà l'opportunità di provare le ultime novità in fatto di strumenti musicali, che verranno presentate direttamente dalle aziende produttrici e distributrici. E non solo: ad arricchire il paniere delle proposte sono attesi anche gli interventi di importanti ospiti del calibro di Gianni Morandi, Dodi Batttaglia e il direttore d'orchestra Fio Zanotti.
In veste inedita di intervistatore, Morandi avrà uno spazio dedicato a una serie di conversazioni in compagnia di tanti musicisti che metteranno a disposizione del pubblico le proprie competenze, condividendo le proprie esperienze.
Presso l'Auditorium inoltre si svolgeranno numerosi workshop incentrati sui processi creativi e didattici del "mestiere" della musica.

Tre palchi live saranno allestiti all'esterno degli spazi espositivi e su di essi, dalle 11.00 alle 20.00, si susseguiranno più 140 artisti più o meno noti: tra i nomi nel bill compaiono anche gli Stadio, i Blastema, Power Francer, Rio e Gerardo Pulli. Inoltre si potranno ascoltare alcune delle band finaliste dei concorsi nazionali "Arezzo Wave" e "Capitalent" (di Radio Capital).

Infine, durante la fascia oraria notturna (fino alle 3.00 del mattino) il Music Italy Show farà spazio alla musica dance ed elettronica con le esibizioni di, tra gli altri, Major Lazer, 2manydjs, Dizzee Rascal e Riva Starr.
 

'50 years of satisfaction', apre la mostra sui Rolling Stones

Peccato solo che non sia esattamente dietro l'angolo, altrimenti la mostra sui Rolling Stonesche sta per essere inaugurata sarebbe veramente da non perdere per tutti i loro estimatori italiani. L'esposizione, "Rolling Stones: 50 years of satisfaction", sarà invece ospitata presso la Rock and Roll Hall of Fame. Che si trova al civico 1100 del Rock and Roll Boulevard. A Cleveland, Ohio.
La mostra, il cui nastro sarà tagliato il 24 maggio, in tempo per i vacanzieri della festività nazionale del Memorial Day, è la prima che la Hall dedica a Sir Mick e soci e si sviluppa su 2 piani che offriranno ai pellegrini del rito del rock'n'roll memorabilia, oggetti personali appartenuti ai singoli membri dela veterana band britannica, la foto di classe di Jagger e il giubbotto verde che indossò per il tour di "Steel wheels", una chitarra suonata da Keith Richards, una camicia di Charlie Watts, chitarre appartenute sia a Ron Wood sia a Brian Jones e ovviamente molto altro. Per l'intera durata della mostra la Hall ha in programma conferenze, proiezioni ed eventi speciali.
 

Francesco Renga firma con la SonyMusic e prepara due album

Francesco Renga torna sulle scene con un doppio progetto: secondo quanto riportato dal sito ufficiale dell'artista, il cantante sta al momento preparando un disco in spagnolo per il mercato internazionale:  uscita prevista in estate in SudAmerica. Poi, sempre in estate, Renga passerà al lavoro su un nuovo album di inediti per il mercato italiano. Entrambi i lavori usciranno per SonyMusic, con la quale Renga ha firmato un nuovo contratto (i lavori precedenti da solista del cantante erano usciti tutti per Universal).
Nel frattempo, la canzone "La vita possibile" - scritta con con Pivio & Aldo De Scalzi per il film "Razzabastarda" - è candidata ai David di Donatello come Migliore Canzone Originale.

Biografia e Discografia
Francesco Renga nasce a Udine il 12 giugno 1968. Inizia a cantare giovanissimo e a 16 anni partecipa al suo primo concorso tra band bresciane, Deskomusic, come cantante dei Modus Vivendi. In quell’occasione conosce i Timoria, gruppo in cui milita per 13 anni, contribuendo alla realizzazione di sette album. All’inizio del 2000 pubblica FRANCESCO RENGA, il suo esordio come solista, cui fa seguito una nutrita serie di concerti. A Sanremo 2001 si presenta con “Raccontami...”, brano di sua composizione prodotto e arrangiato da Umberto Iervolino. Nel 2002 Francesco torna a Sanremo con la canzone “Tracce di te”, inserita nel suo secondo album che ha per titolo TRACCE. Il disco mette d’accordo critica e pubblico e il cantautore bresciano guadagna popolarità come solista e non soltanto come ex voce dei Timoria.
Nel 2004 pubblica CAMERE CON VISTA, album nato dopo l’unione con la showgirl Ambra Angiolini (chiamano loro figlia Jolanda). Poco prima collabora all’album “A.C.A.U. - La nostra meraviglia” di Gianni Maroccolo nel brano “Sabbia”.
Nel marzo 2005 partecipa al Festival di Sanremo e vince col brano “Angelo”.
Diventa padre per la seconda volta nel maggio 2006, quando nasce Leonardo. Si mette a lavorare al terzo disco: FERRO E CARTONE viene annunciato per il 12 ottobre 2007, ma viene anticipato dal singolo "Cambio direzione", pubblicato prima dell'estate. Contemporaneamente, pubblica il suo primo romanzo, per Feltrinelli. Nel 2009 viene richiamato da Paolo Bonolis a Sanremo, dove partecipa con il brano "L'uomo senza età". La canzone viene poi inclusa in ORCHESTRA E VOCE, disco che esce alla fine dello stesso anno, in cui Renga rilegge soprattutto canzoni altrui appunto con di un'orchestra. Nel 2010 arriva UN GIORNO BELLISSIMO, disco di inediti, prodotto da Celso Valli.
Il 15 gennaio 2012 viene annunciata la sua partecipazione al Festival di Sanremo, dove sarà in gara nei Big con "La tua bellezza", duettando su "El mundo" ("Il mondo") con Sergio Dalma nella serata del giovedì. In contemporanea esce FERMOIMMAGINE, raccolta con tre inediti.

Discografia Essenziale
FRANCESCO RENGA 2001 Mercury
TRACCE 2002 Mercury
CAMERE CON VISTA 2004 Mercury
FERRO E CARTONE 2007 Mercury
ORCHESTRA E VOCE 2009 Mercury
UN GIORNO BELLISSIMO 2011 Universal
FERMO IMMAGINE 2012 Universal
 

Scozia, si ristruttura il locale dove i Beatles suonarono per 19 spettatori

Inizieranno nel prossimo luglio gli ampi lavori di ristrutturazione di un locale presso il quale i Beatles si esibirono davanti a soli 19 spettatori. I quattro di Liverpool andarono a suonare presso il municipio di Dingwall, Scozia, edificio del 1733, nel gennaio 1963.
La Beatlemania doveva ancora iniziare. Alistair Munro del più autorevole quotidiano scozzese, lo "Scotsman", afferma che meno di venti persone si presero la briga d'andare a vedere quello strano complessino. E più d'uno se ne andò prima della fine ritenendo che il gruppo "facesse schifo". Quella stessa sera, in un paese non lontano da Dingwall, Strathpeffer, ben 1200 giovani scozzesi andarono ad ascoltare un gruppo locale, i Melotones. Inutile specificare quale delle due band è passata alla storia, come è presumibile che ancor'oggi molti dei 1200 si stiano ancora mangiando le mani pensando all'evento storico che si sono persi.

Il lavoro principale riguarderà la torre e il suo orologio. I fondi provengono da Historic Scotland, dal programma Highland LEADER 2007-2013, dal Dingwall Common Good Fund e dall'Highland Council. La ristrutturazione costerà 90.000 sterline, circa 107.000 euro.
 

'Frankenstein' di Enrico Ruggeri: 'Un concept nato brano dopo brano'

Sono passati tre anni dall’ultimo album di inediti di Enrico Ruggeri (“La ruota”, 2010) e dalla sua partecipazione come giudice a X Factor, eppure la sensazione che si ha ogni volta che lo si incontra è quella che in realtà il cantautore milanese non si sia mai fermato. La conferma arriva con il suo ultimo lavoro in studio dal titolo “Frankenstein”, un disco accompagnato da una raccolta di racconti inediti che Ruggeri ha presentato alla stampa tra le mura di un pub milanese in puro stile medioevale: “Un anno fa ho riletto ‘Frankenstein’ di Mary Shelley, il tipico romanzo che tutti hanno letto da adolescenti”, ha raccontato Ruggeri, “Sono rimasto molto affascinato dall’autrice, una donna poco più che ventenne che scrive uno dei libri destinati a rimanere nella storia. Mentre lo rileggevo ci ho ritrovato tutti i temi della nostra vita attuale: è una storia di ambizione che si apre con un capitano che trascina la sua ciurma verso la rovina perché vuole andare a tutti i costi al Polo Nord e qui incontra un altro uomo che è il Dott. Frankenstein, anche lui accecato dal suo desiderio di sottrarre l’uomo dalle leggi della natura. A pensarci bene non è che nella nostra vita di oggi sia molto diverso: non vogliamo più invecchiare, vogliamo rimare giovani il più possibile e nella nostra società abbiamo diversi esempi di gente che si spinge al ridico pur di dimostrare che ancora è all’altezza della situazione. Qual è il confine tra migliorare un uomo e renderlo un robot? Se voglio un figlio che non si ammali ricorro alla medicina, okay, ma se voglio un figlio perfetto che la pensi come dico io, biondo e bello allora sto varcato le leggi della natura. L’ambizione del dottore, nel libro, lo spingerà a creare un mostro che è diverso agli altri, per cui anche se buono viene respinto da contesto sociale in quanto diverso. Il mostro perde totalmente la lume della ragione nel momento in cui chiede al dottore di assemblargli una compagna: Frankenstein rifiuta e il mostro diventa davvero un mostro, uccide la donna del dottore e semina terrore ovunque. Vengono così toccati anche i temi dell’amore, e, come tema finale, quello della morte”.
La lavorazione al disco è stata lunga ed impegnativa: “Mentre scrivevo le canzoni ho capito che stava per nascere un concept”, ci racconta l’artista, “I brani son stati tutti scritti nell'ordine in cui compaiono nel disco e sono anche stati registrati nello stesso ordine. Con Luigi Schiavone, in studio, non iniziavamo la traccia tre se la due non era finita, una cosa che mi ha ricordato il Dogma di Lars Von Trier. Andrea Rosi presidente della Sony, ha ascoltato il disco e lo ha definito un album meravigliosamente fuori moda… L’ho trovato un complimento molto bello”. “Mentre registravo le canzoni”, continua Ruggeri, “Ho capito che serviva qualcos'altro e mentre mi appuntavo tutto che mi veniva in mente ho cominciato a scrivere un romanzo breve ispirato sempre a Frankenstein: due uomini, uno giovane e uno anziano, che si trovano catapultati ad esaminare gli stessi elementi che duecento anni prima aveva analizzato Mary Shelly. Ogni canzone presente nel disco, anche se è un concept, ha senso da sola, ha senso affiancata al libro e ha senso anche rifacendosi al mio libro. E’ un lavoro molto curato e che mi ha impegnato di più dei miei cinque dischi precedenti”.
Ruggeri fa anche una lucida riflessione sull’evoluzione della discografia e sui talent show: “Non so dire se questo sarà il mio ultimo album su supporto fisico, ma siamo in un momento in cui i cantanti pubblicano due inediti, li condividono in Rete e di dischi se ne vedono pochi. Anche i social hanno un ruolo fondamentale in tutto questo, è una pagina di storia nuova rispetto ad anni fa, quando il rapporto che io avevo con i miei idoli da ragazzo era un unico mistero. Oggi non si ha più la percezione che sia uscito un album, si ha la percezione di star ascoltare un nuovo brano. I talent? Non so se ripeterò l’esperienza, al momento non ho ricevuto proposte, e per di più l’ho trovata un’esperienza molto bella ma umanamente faticosa. Spero sempre che nasca una cosa nuova che mi emoziona, mi piacerebbe sì fare dedicarmi a fare l’autore, ma quando è capitato per una cantante giovane mi è stato detto che il brano e troppo impegnativo… e pensare che avevo cercato di scriverlo il più semplice possibile”.

Il disco - anticipato dal singolo “Diverso dagli altri”, brano accompagnato dal un videoclip in cui Ruggeri si presenta senza veli (“Io nudo nel video? Se fossi una velina vi direi che è un ‘nudo artistico’”) - sarà presentato durante una tournée ancora i fase di definizione: “Sicuramente ci sarà un tour estivo, durante il quale sarò accompagnato da Ale e Franz che hanno anche partecipato al videoclip del mio singolo ‘Diverso dagli altri’. Il tour è ancora da definire, mi batterò per quelli che vogliono vedermi nei club e sudare sotto il palco e anche per quelli che invece mi dicono che sono uno da teatro… Non sono ancora riuscito a risolvere questo dilemma per cui cercherò dai accontentare tutti. Io in realtà sto bene in entrambe le location, se ci penso è anche successo di suonare in Vaticano e il giorno dopo di dividere il palco con Pino Scotto. Per ora mi sto concentrando sul concerto del 13 maggio ai Magazzini Generali di Milano. Presenterò qualche brano del nuovo disco ma non so ancora la scaletta. Ho fortuna di avere band molto affiatata, potremmo cambiare setlist anche all'ultimo minuto... Sapete, io è Bob Dylan siam fatti così”.
 

Concerto del Primo Maggio 2013, probabili gli Elio e le Storie Tese

Il complesso del Primo Maggio al concerto del Primo Maggio: a pochi giorni dalla pubblica diffusione del primo estratto - "Il complesso del Primo Maggio", appunto - dal loro prossimo album di inediti, "L'album biango", emerge come Elio e le Storie Tese siano stati presi in considerazione per il concertone di Piazza San Giovanni a Roma, che - fresco dell'esclusione di Fabri Fibra dal cast - avrebbe nella band meneghina uno - se non l'unico - nome di spicco di estrazione moderna (l'altro è il compositore Nicola Piovani). La loro presenza nel bill è stata data per "molto probabile" da parte dell'organizzatore Marco Godano, anche se in merito non è ancora comparsa alcuna conferma ufficiale. 

I nomi dei colleghi che andranno ad arricchire il cast della manifestazione musicale gratuita organizzata dai sindacati confederati, che come da tradizione apre la stagione delle grandi rassegne rock dal vivo, verranno comunicate nei prossimi giorni, molto probabilmente nei sette giorni immediatamente precedenti la manifestazione: resta da vedere, quindi, se a fare compagnia al gruppo di "Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu" ci saranno ensemble balcanici, formazioni che "valorizzano il territorio" e band con due frontman. E soprattutto, chi saranno e "pesci grossi". E chi "gli avannotti".
 

Concerti, 'Franco Califano: non escludo il ritorno' domani a Roma: il cast

E' tutto pronto per l'evento in memoria del cantante e autore nato a Tripoli ma divenuto negli anni emblema della romanità in musica Franco Califano, scomparso lo scorso 30 marzo, che domani, in concomitanza con le celebrazioni per il Natale dell'Urbe, verrà ricordato con un maratona musicale in piazza del Popolo che prenderà il via alle 18 e 30: dopo l'esibizione di band e artisti emergenti, sul palco capitolino si alterneranno Fred Bongusto, Luisa Corna, Simone Cristicchi, Peppino di Capri, Massimo di Cataldo, Giò Di Tonno, Lando Fiorini, Flaminio Maphia, Enrico Giaretta, Max Giusti, Gianluca Grignani, Alberto Laurenti, Lillo e Greg, Antonio Maggio, Neri Marcoré, Amedeo Minghi, Mariella Nava, Marina Occhiena, Pandemonium, Raf, Enrico Ruggeri, Syria, Anna Tatangelo, I Vianella (oltre allo stesso Edoardo Vianello, come solista) e Federico Zampaglione. Renato Zero, che pure non sarà presente in persona, porgerà il proprio contributo con un filmato realizzato per l'occasione. L'organizzazione non ha escluso eventuali interventi a sorpresa non annunciati nel cast ufficiale.
 

'The Beatles show', ritorno 'trionfale' a Dublino

Torna a Dublino, in modo descritto come "trionfale", uno spettacolo in tre parti dedicato aiBeatles. Il lavoro, "The Beatles show", aveva debuttato presso la capitale irlandese nello scorso ottobre e, dopo essere stato rappresentato al Black Box Theatre di Belfast, ritorna a Dublino dove sarà in scena dal 22 al 28 aprile. Con musiche dal vivo dei Fab eseguite da Vyvienne Long con i Newspaper Taxi Men, lo show di Stephen Kennedy è così composto:

-"Lennon vs. McCartney": conversazione tra due irlandesi, ambientata in un pub, volta a stabilire chi fosse il migliore tra John e Paul
-"Death and the Beatles fan": guerra di parole tra un fan dei Beatles e la Morte
-"John Lennon's last day": l'attore Seamus Brennan racconta le ultime ore di John.

Odessa Club, 13 Dame Court, Dublino

22-25 aprile – ore 20:00
27-28 aprile – ore 14:30

Come già riportato, McCartney sarà di scena all'Arena di Verona il prossimo 25 giugno: per l'occasione Sir Paul - accompagnato, come da oltre dieci anni a questa parte, dalla sua band di fiducia composta da Paul "Wix" Wickens alle tastiere, Brian Ray al basso, Rusty Anderson alla chitarra e Abe Laboriel Jr alla batteria - inserirà in scaletta sia brani estratti dal repertorio dei Fab Four sia episodi solisti e dei Wings.

 

'X Factor' UK verso la svolta, possibile l'arrivo di cantanti professionisti

Forse si va verso la svolta. L'edizione britannica di "X Factor", che finora ha accettato esclusivamente cantanti senza contratto o comunque estranei allo showbiz remunerato, potrebbe includere, nella prossima tornata, anche alcuni cantanti professionisti. Nel Regno Unito la nona ed ultima edizione è iniziata il 18 agosto 2012 ed è terminata il 9 dicembre con la vittoria di James Arthur; la decima avrà un simile excursus, con inizio nel prossimo agosto.Simon Cowell, da sempre a capo della trasmissione, più correttamente "The X factor", avrebbe chiesto ai dirigenti delle major di suggerirgli alcuni loro artisti da indirizzare al talent. Il perché è presto detto: l'ultima serie andata in onda, e per la quale i giudici sono stati Louis Walsh, Gary Barlow, Tulisa Contostavlos e Nicole Scherzinger, ha toccato il fondo: 9.63 milioni di telespettatori sono stati il risultato peggiore dopo gli 8.73 del 2005. Insomma "X Factor" sta diventando una serie televisiva come tante altre, si sta appiattendo, e questo il guru Cowell non lo vuole assolutamente. SiCo non si limiterebbe ad una bella pennellata per dare smalto alla facciata, ma vorrebbe introdurre seri cambiamenti tra i quali, appunto, cantanti professionisti in grado di elevare la media della trasmissione che, come ha fatto rilevare Barlow, troppo spesso presenta anche esibizioni imbarazzanti. In quanto ai giudici, il solo che per il momento pare sicuro della propria riconferma è il "vecchio" Louis Walsh, 60 anni, il Re Mida del pop irlandese e creatore dei Boyzone e Westlife.
 

Roma, anche Francesco De Gregori 'votato' per il Quirinale

E' stato fatto anche il nome del cantautore romano Francesco De Gregori nel corso della quinta votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica Italiana, in corso da giovedì 18 aprile a palazzo Montecitorio, nella Capitale: a pochi minuti dall'inizio dello scrutinio, l'autore di "Rimmel" ha conquistato una preferenza, come lo scrittore (e senatore) Claudio Magris, l'ex PDL (ora in Allenza per l'Italia) Santo Versace, il vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella e l'ex campione di sci Gustav Thoeni, e una in meno di Franco Marini e Massimo D'Alema.
 

Nomadi, a Casalromano (MN) il 18 maggio la festa per il 50° anniversario

Proprio come i Rolling Stones, con lo scoccare del 2013 i Nomadi hanno compiuto il cinquantesimo anniversario di attività: seppure - a differenza della formazione capitanata da Jagger - con una line-up ampiamente rimaneggiata rispetto a quella delle origini (dei fondatori, ad oggi, è rimasto il solo Beppe Carletti), il gruppo celebrerà il proprio personale giubile in compagnia dei propri fan il prossimo 18 maggio a Casalromano, in provincia di Mantova, con una due giorni di concerti e incontri tutti ovviamente incentrati sulla band un tempo capitanata di Augusto Daolio.

La manifestazione si aprirà il 17 maggio con un concerto (ad ingresso gratuito) della Banda Faber, che per l'occasione avrà come frontman Ugo Friali: la giornata proseguirà poi con una cena benefica (il cui costo è stato fissato a 20 euro) in sostegno all'associazione "Augusto per la vita". Il giorno successivo, a partire dalle 15 e 30, le danze verranno aperte da una pattuglia di cover band dei Nomadi, che riproporranno i maggiori successi del gruppo fino alle 18 e 30, quando sul palco inizieranno ad alternarsi Dirty Dixie Jazz Band, Sine Frontiera, Celtica Pipes Rock e Manaloca e Massimo Vecchi. Dopo lo spettacolo pirotecnico, in tardi serata, avrà inizio la "Notte Nomade", che avrà per protagonisti i Divina, ancora la Celtica Pipes Rock, la Barabonzibonzibò Band e i Luf, che in piazza del Comune si esibiranno in uno spettacolo incentrato sul repertorio di Francesco Guccini.
Per il programma completo nel dettaglio e per la prevendita dei biglietti è possibile consultare il sito della pro loco di Casalromano a questo indirizzo.
 

L'addio a Tony Tasinato, talent scout di artisti: lanciò Patty Pravo e le Orme

Tony Tasinato, morto ieri a Mestre a 66 anni dopo una lunga e debilitante malattia, era un personaggio controverso, amato e odiato, dal carattere spigoloso, ma aveva reinventato un mondo, quello dell’editoria musicale privata, settore che aveva ereditato dal padre nei primi anni Sessanta, affiancando un’attività di talent scout e di promotore che gli aveva consentito di lanciare negli anni 60 la veneziana Patty Pravo e il gruppo le Orme, poi di tenere a battesimo i Litfiba, e di curare gli interessi italiani di un numero incredibile e qualificato di star del pop rock, dai Pink Floyd a Frank Zappa, da Rod Stewart ai Police, da Eric Clapton a Tina Turner, per non dimenticare Ray Charles e James Brown, fino a Lisa Stansfield.

Titolare delle edizioni Suono, fu con Mamone Gianni Sassi e Sanavio tra gli ideatori della Cramps, (acronimo di Clubs, Records, Agency, Management, Publishing, Spettacoli) etichetta rock alternativa che negli anni Settanta sostenne il lavoro di Area, Demetrio Stratos, Alberto Camerini, Mauro Pagani e altri offrendo uno spazio all’avanguardia musicale del tempo, pubblicando Cage e progetti sperimentali. Ma soprattutto ebbe l’intuizione di puntare sul catalogo jazz costituendo con il promoter Francesco Sanavio le edizioni Franton Music e acquisendo il lavoro dei maggior artisti del genere da Miles Davis a Philip Glass, da Ornette Coleman a Dexter Gordon, da Gil Evans a Ella Fitzgerald, proponendone la diffusione attraverso colonne sonore di film, sigle tv, programmi televisivi, concerti.

Il suo lavoro - primo contribuente di Mestre per anni - era spesso fatica certosina (trascrisse per il deposito Siae nota per nota delle improvvisazioni di Ornette Coleman) e scommessa, puntando sulle edizioni di artisti stranieri ed emergenti, confidando nel loro successo. La frequentazione del mondo musicale lo trovò coinvolto in una storia di cocaina a metà degli anni ’80 da cui uscì rituffandosi nel lavoro. Fu anche coinvolto dall’allora sindaco Cacciari nel progetto per creare una Città della Musica di Mestre, che però si dissolse prima di nascere. 

Maggiore editore privato italiano, in diretta concorrenza con le multinazionali del disco, Tasinato era un punto di riferimento per le speranze dei giovani musicisti e dj veneti, a cui affidava rielaborazioni dance di brani di artisti come Bob Marley o gli U2 o lanciava sul mercato internazionale, tenendo comunque prioritaria attenzione ai propri interessi. «Siamo stati i primi - racconta Sanavio - a convincere gli artisti a fare contratti separati per edizioni e discografia, per controllare meglio i propri diritti. Gli artisti stranieri iniziarono, dagli Yes nel 1971 ad affidargli i diritti editoriali per l’Italia, ovvero il controllo della produzione e dei diritti d’autore. Le fonti di guadagno per un musicista sono i dischi venduti (che competono ai discografici) e i diritti d’autore da radio, tv, colonne sonore, spartiti, che competono all’editore. De Laurentiis per esempio per vent’anni è passato da noi per poter usare certi pezzi per i suoi film».

«Fu il nostro scopritore - ricorda Aldo Tagliapietra già voce storica delle Orme -, ci venne a sentire a Jesolo nel 1965 e ci portò a Milano da Carlo Alberto Rossi a cui piacquero "Fiori e colori" e "Senti l’estate che torna". Ci fece fare il Disco per l’estate proponendo noi e Luciano Tajoli. Vinse "Luglio" ma fummo noi e i New Trolls a vendere di più». Tony Tasinato lascia la moglie Angela e due figli, Maximilian e Samantha. I funerali si terranno domani, venerdì, alle 11 al Duomo di Mestre.
 

Elio e le Storie Tese, in arrivo "L'album biango"

Non è un refuso nel titolo della notizia: il prossimo album di inediti di Elio e le Storie Tese, in uscita il 7 maggio, avrà proprio per titolo "L'album biango". Anche se il riferimento più evidente sembra a "The Beatles", il doppio disco del 1968 del gruppo di Liverpool - che fin da subito venne indicato come "the white album", "l'album bianco" - si sa che con gli Elii non si può mai essere sicuri; bisognerà aspettare che siano loro a svelarci i profondi significati (o l'assoluta insignificanza) del titolo del disco, il loro primo dopo "Studentessi" (2008), la cui uscita segue di poche settimane la partecipazione della band milanese al Festival di Sanremo, dove ha conquistato il secondo posto in classifica con "La canzone mononota".
 

Jovanotti e il tour negli stadi: 'La dance è il nuovo rock'

Promette uno spettacolo “grande e semplice, non concettuale. Una super mega festa, un giro sulle montagne russe della mia musica”: Jovanotti è tornato dall’America per le prove del tour negli stadi che partirà il 7 giugno da Ancona (qua tutte le date). Luogo è la sua Cortona, dove ha invitato la stampa alle prove alla Fortezza medicea di Girifalco, poco fuori dalla città - “un luogo dove venivo da bambino, quando era abbandonata. Poi il sindaco l’ha recuperata, facendolo diventare un luogo multifunzionale per le arti, un posto dove essere connessi ma potersi concentrare”.
Nella vecchia cannoniera è concentrata tutta la band di Lorenzo, quella storica ma con l’aggiunta dei fiati: si parte dalla musica, da una trentina di pezzi che costituiranno l’ossatura dello show: “Per la prima volta mi trovo a fare uno spettacolo che è un greatest hits”, racconta Lorenzo. “Non l’ho mai fatto, i miei tour sono sempre stati basati sugli ultimi album, addirittura 13 canzoni nello spettacolo di ‘Ora’. A questo giro l’idea è quella di una festa, senza blocchi cronologici, pensato come un DJ set ma suonato da una band”.
Lorenzo, per mettere in piedi lo spettacolo, ha studiato: “I luoghi per la musica sono determinanti. Nello stadio funzionano i grandi vuoti e i grandi pieni, senza vie di mezzo. Mi sono messo a studiare i grandi concerti per capire che lingua si parla: da Springsteen agli U2, da Vasco a Liga, dai Queen ai Muse”, dice citando poi a “How music works” di David Byrne, dove l’ex Talking Heads ragionava sull’influenza del luogo sul suono. E proprio il suono sarà uno dei protagonisti, ma i nomi citati non facciamo pensare ad una svolta rock. Sarà rock nello spirito, nella semplicità. Ma “la dance è il nuovo rock”, dice Lorenzo, pensando all’esplosione della “Electronic Dance Music” (o EDM, per gli affezionati) oltreoceano: “Nel flusso di parole in cui siamo immersi dalla musica cerchiamo altro, qualcosa dove il battito è primitivo e le parole sono meno importanti, per rimettersi in contatto con una parte importante di noi”. E così promette uno spettacolo senza pause, senza attese e senza noia.
Il lavoro sullo spettacolo è lungo, spiega Lorenzo. Da un lato un grande lavoro sul suono con il coinvolgimento di Pino Pischetola (fonico di Battiato) e Daniele Tramontani per la sonorizzazione: “Un upgrade rispetto all’ultimo tour, volevo che il mixer diventasse uno strumento”. Dall’altro lato con uno spettacolo ancora più visivo rispetto al tour di “Ora”: “Il palco è una sintesi di quello che ho fatto con lo spazio scenico: passerelle che arrivano a centro campo, uno schermo da 600mq ad altissima definizione. Contiamo di finire in pochi giorni il lavoro sulla scaletta per poi impostare il lavoro sulla parte visiva, che sarà fatta ancora una volta con I Ragazzi della Prateria. Per il tour precedente abbiamo lavorato 20 giorni sui visual, questa volta lavoreremo per mesi”.
Gli spettacoli saranno aperti dai Tre Allegri Ragazzi Morti (“una delle mie band preferite in Italia”), da Il Cile (“Uno che ha qualcosa da dire, forse ha ancora bisogno di trovare una strada musicale più a fuoco”) e Clementino, al cui disco ha recentemente collaborato. “Poi in ogni concerto prima di me c’è un DJ importante - sono delle superstar, come Benny Benassi a Milano:  uno che gira con due chiavette USB da Miami a Singapore e ha un cachet quadruplo al mio”, dice ridendo. Possibili anche ospiti in alcune date - si ipotizza Cremonini a Milano e forse Carboni a Bologna - ma da confermare.
Quello che è confermata è l’importanza dell’esperienza americana: “mi ha migliorato: ho imparato a stare di più sul palco suonando nei club, non l’avevo mai fatto prima e in Italia è difficile farlo, oggi, per una questione culturale. La morte di Jannacci mi ha fatto pensare all’importanza degli ambienti: è lì che si creano i linguaggi che poi porti sul palco”.
 
 

Tina Turner 'si sposa a 73 anni'

Tina Turner, 73 anni, da Nutbush in Tennessee ma da molti anni residente in Svizzera, si sarebbe fidanzata ufficialmente col partner Erwin Bach. L'intenzione della coppia sarebbe quella di sposarsi. Tina, diventata mamma per la prima volta già nel 1958 e il cui matrimonio con Ike finì - come noto - molto male, non ha ancora commentato la notizia che è stata data per primo dal tabloid svizzero "Blick" che è basato a Zurigo come la cantante. Più esattamente Tina abita, dal 1994, in una sontuosa casa sul lago denominata Chateau Algonquin. "Blick" aggiunge che sarebbe già stato deciso il ristorante che rifocillerà gli ospiti dopo il matrimonio;
al banchetto provvederebbero gli chef Rico Zandonella e Horst Petermann del Rico’s Kunststuben, il ristorante preferito di Tina. L'artista e il probabile marito si sono conosciuti nel 1985 ad un party organizzato a Londra dall'etichetta EMI. Tina, discograficamente ferma a "Twenty four seven" del 1999 e teoricamente ritirata anche se di tanto in tanto non disdegna qualche pubblica apparizione, nel gennaio 2010 disse alla Reuters: "Registrare un disco è qualcosa di più facile che girare il mondo in tournée. Ma non ci penso: non ho progetti in proposito e va benissimo così. Voglio dire, vado alle feste, ne organizzo di bellissime e mi rilasso: la vita è molto più bella se non devi lavorare, e io voglio godermela fino in fondo". La notizia del futuro matrimonio viene adesso data anche dal principale sito di fan di Tina (vero nome Anna Mae Bullock), il quale aggiunge che il "sì" avverrà nel corso della prossima estate.
 

Beyoncé e Andre 3000: una cover di Amy Winehouse per 'Il grande Gatsby'

Ci saranno anche Beyoncé Knowles e Andre 3000 nella colonna sonora di "Il grande Gatsby".
Secondo quanto riportato da E! Online e poi ripreso da Consequence of sound, la cantante americana e il già membro degli Outkast uniranno le loro forze per realizzare una nuova versione di "Back to black" di Amy Winheouse.

Una fonte vicina alla Interscope, etichetta discografica per cui uscirà la soundtrack, avrebbe infatti riferito che si tratterà di una "versione molto differente del brano".

La colonna sonora del disco porterà così il simbolo della famiglia Carter a tutti gli effetti dal momento che è stato proprio Jay-Z a sceglierne e realizzarne le canzoni, interpolate alle musiche scritte per la pellicola da Craig Arsmotrong.
Non è la prima volta che Beyoncé e Andre 3000 lavorano a un progetto congiunto: già nell'ottobre 2011 i due realizzarono il singolo battezzato "Party", estratto dal quarto album dell'ex Destiny's Child "4". Il brano è stato scritto, tra gli altri, da Kanye West, Jeff Bhasker oltre che da Beyoncé e Andre 3000.
 

Beatles, copia autografata di Sgt. Pepper's venduta a 290.000 dollari

E' veramente una somma importante, e anche molto al di sopra della stima iniziale. Una copia di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" dei Beatles, autografata da tutti e quattro i Fab, è stata venduta - riporta oggi la BBC che riprende dall'"Hollywood Reporter" - a 290.000 dollari. Si pensava che la copia del vinile potesse essere piazzata a circa 30.000 dollari. Invece un anonimo collezionista del Midwest è stato lieto di firmare un assegno con il decuplo della somma. L'LP è stato aggiudicato ad una vendita organizzata dalla casa d'aste Heritage Auctions di Dallas.
Si ritiene si tratti di una copia britannica firmata da tutti i componenti dei Beatles più o meno attorno alla sua pubblicazione, nel giugno 1967. Perry Cox, esperto di storia beatlesiana, ha detto: "E' da trent'anni che sono completamente immerso in memorabilia dei Beatles, e ci vuole davvero qualcosa di straordinario per farmi elettrizzare. E considero questo articolo uno dei due migliori che abbia mai visto. I migliori sono una copia autografata di 'Meet the Beatles', e poi c'è questa copia di 'Sgt. Pepper's'". L'ente radiotelevisivo britannico riporta che il precedente record per un LP autografato dai Beatles era detenuto da una copia di "Meet the Beatles" che è stata venduta nel 2011 a 150.000 dollari.

Nello scorso gennaio era stata venduta a 13.487 dollari una copia di "Love me do" dei Beatles. Più esattamente, una copia del demo di "Love me do" dei Beatles in quanto le normali copie in vinile hanno un valore pressoché nullo. Il venditore aveva descritto l'esemplare che poi è riuscito a vendere su eBay come in condizioni "molto buone/quasi nuovo di zecca" e "praticamente nelle stesse condizioni in cui era uscito dagli uffici della EMI  cinquant'anni fa".
 

Morto Franco Califano

Franco Califano è morto ieri nella sua casa ad Aci­lia in seguito a una crisi respiratoria. Era nato a Tripoli, il 14 settembre del 1938.
Cantante, ma anche attore, scrittore e personaggio tv, il «Calif­fo » è stato autore di molti brani di successo. Era malato da tempo ma solo pochi giorni fa, il 18 mar­zo, si era esibito al Teatro Sistina di Roma. 
C’era, certo che c’era un filo diretto tra la sua voce e quelle pa­role, intense, robuste eppure po­etiche, mai usate per caso e sem­pre nel posto giusto, nella canzo­ne giusta. Gli veniva così, a Fran­co Califano. I suoi toni e il roboa­re dei bassi le vestivano poi con un taglio sartoriale, neppure una piega. Ciao Maestro.
Avete mai sentito Tutto il resto è noia cantata da un altro? È paro­distica, quasi.C’è quel verso,«la barba fatta con maggiore cura», attenzione: «maggiore» e non «maggior»,che non poteva esse­re che suo. Popolano ma aristo­cratico. Agghindato a festa ma per un giorno qualunque. Aveva quel dono, Franco Califano, lo swing che ti porta fino all’aggetti­vo perfetto, alla metafora, all’al­lusione che spiega tutto ma nep­pure lui sapeva spiegarsi come facesse. «Me vengono» sorride­va, e così diceva anche dei suoi sonetti d’amore e di sesso. Oggi che non c’è più,morto da solo in casa, proprio lui che la apriva sempre agli amici, sarà un tem­porale di retorica sul grande au­tore che tutti diranno di aver sempre adorato.
In realtà non è così, e lui lo sa­peva benissimo, se ne rammari­cava, tra sé e sé si chiedeva come mai, ma com’è possibile. Ha scritto testi favolosi che si sono persi nel vuoto, e persino nel suo debutto, lo sconquassato singo­lo Ti raggiungerò del 1965, c’è il guizzo del talento che poi il di­sco L’evidenza dell’autunno , 
1973, aveva spiegato canzone dopo canzone, ammutolendo chi non s’aspettava che questo borgataro alto e spaccone, bello come Marlon Brando e vizioso come Steve McQueen, sapesse anche scrivere versi non eversivi né utopici ma semplicemente poetici, innamorati del bello e non di loro stessi. Mai autorefe­renziale, altro che, il Califfo. «Mi piace scrivere per altri, perché mi siedo lì, mi immagino di esser loro e però di parlare con il mio cuore».
Ha composto Minuetto , capo­lavoro. E ha firmato con Mino Reitano Una ragione di più , uno dei brani più belli, struggenti e passionali della nostra canzone d’autore, spesso sottovalutato perché orfano di impegno politi­co o­di visionarietà ideale ma fra­goroso e italianissimo nella co­struzione e nello sviluppo. An­che per questo Califano, che non ha mai dominato le classifi­che né riempito gli stadi, è diven­tato così popolare, amato, imita­to e parodiato fino alla noia. Se gi­rava per Roma, era realmente il Califfo. Bastava che prendesse la sua spider,e una volta l’ha fat­to anche con me dal centro fino a Fiumicino, e chiunque lo ricono­scesse gli sorrideva, si spostava, lo salutava manco fosse il vicino di casa che gli era andata bene.
Intanto, non sempre gli era an­data così bene. Finché erano i de­ragliamenti d’amore, pazienza, magari faceva arrabbiare qual­cuno ma poi basta. Ma nel 1970, quando finì nei guai nella vicen­da di Walter Chiari per possesso di stupefacenti, e nel 1983 sconfi­nò nel caso Tortora per droga e possesso d’armi, fu sempre as­solto con formula piena dalla corte ma comunque condanna­to dai cortigiani a esser sempre quello lì, quello ai confini, quasi un personaggio da commedia al­l’italiana. «Lo so, ma me ne im­porta poco» diceva. E poi lui era così, soffriva ma non lo ammette­va manco a pagarlo. Anzi: prima di uscire da Regina Coeli trascor­se le ore d’aria della vigilia sem­pre al sole, «così quando mi ve­dono abbronzato capiscono che sto bene e non sono battu­to ».
Già. E sorrideva fuori dalla por­ta, come sorrideva quel giorno. «Dimenticai di colpo un passato folle in un tempo piccolo» scris­se anni dopo in un altro capola­voro come Tempo piccolo , che ha un verso che lo spiega tutto, questo Califano nobile borgata­ro: «Dipinsi l’anima su tela ano­nima e mescolai la vodka con l’acqua tonica».In fondo,che an­dasse al Festival di Sanremo o a Music Farm o che fosse sul palco 
del Sistina di Roma come pochi giorni fa per l’ultima volta,Califa­no si dipingeva sempre su tela anonima, nel disperato e dolce bisogno di aiuto che ti impone la solitudine quando scopri che è l’unica fidanzata che riesci a non tradire.
 

L'annuncio del tour dei Rolling Stones

 I Rolling Stones, secondo varie fonti, annunceranno il loro nuovo tour nel corso della giornata di mercoledì. Secondo voci raccolte dall'"Examiner", il 3 aprile potrebbero essere comunicate le sole date nordamericane. Le (eventuali) seguenti potrebbero arrivare in un
secondo momento; le nazioni che sarebbero sicuramente incluse nella successiva tornata sarebbero Gran Bretagna e Australia. Il primo concerto, sempre secondo indiscrezioni, dovrebbe tenersi nel prossimo maggio. Pochi giorni fa gli Stones hanno ufficializzato la propria partecipazione (ovviamente come headliner) al festival di Glastonbury.
"Non vedo l'ora d'esibirmi a Glastonbury", ha scritto il 69enne cantante Mick Jagger. "Ho già preparato stivali da pioggia e yurta". Pochi minuti dopo si sono scatenate le supposizioni sugli eventuali ospiti della band britannica che pochi mesi fa ha spento le cinquanta candeline. Già, perché nel bill c'è anche Bill. O, per meglio dire, mentre gli Stones saranno sul palco principale (29 giugno), il Pyramid Stage, Bill Wyman, che nello scorso novembre aveva raggiunto i vecchi compagni alla 02 di Londra, suonerà sull'Acoustic Stage. Collaborazione pertanto potenzialmente a portata di mano. E durante lo scorso fine settimana Jagger, con un nuovo tweet, ha scritto: "Grazie per tutti i vostri tweet su Glastonbury. Stavo proprio pensando alla scaletta. Qualche idea?". Intanto Ron Wood si è tenuto in esercizio andando a suonare con James McCartney, figlio di Paul, in un club di Londra; a un certo punto l'ex Beatle è salito sul palco per accompagnare il figlio e Ronnie sulle note del brano "New York Times".
 

E' morto Enzo Jannacci, il cuore e la musica di Milano. Addio al poeta in scarpe da tennis

Vincenzo Jannacci, detto Enzo, nato a Milano il 3 giugno 1935, è morto nella sua città. Aveva 77 anni. Dopo aver lottato con la malattia che lo opprimeva da anni. Si è spento nella clinica Columbus di Milano, dove era ricoverato da alcuni giorni. Malato di cancro, negli ultimi giorni le sue condizioni di salute  erano peggiorate, per questo motivo era tornato in clinica. Stasera se n'è andato intorno alle 20,30. Con lui, in ospedale, c'era tutta la famiglia.
Jannacci è stato un cantautore, cabarettista, attore e cardiologo italiano. Cinquant'anni di carriera senza schemi fissi, oltre i confini. Dopo aver registrato quasi trenta album, alcuni dei quali indimenticabili, è ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme a Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant'anni. Basta dire Gaber e Jannacci per evocare una Milano che non c'è più, quella della nebbia, già grande città ma non ancora metropoli, una Milano romantica, popolata di personaggi bizzarri e poetici. Di madre pugliese e padre lombardo, Jannacci la sua Milano l'ha sempre portata addosso. Come Gaber, che aveva conosciuto a scuola, all'Istituto classico Alessandro Manzoni. Alla sua morte, il dottore cantautore, riuscì a dire soltanto "ho perso un fratello".

Il 19 dicembre 2011 Fabio Fazio conduce uno speciale su di lui in cui amici di lungo corso del musicista milanese, presente in studio col figlio Paolo, lo omaggiano interpretando suoi brani. Tra cui Dario Fo, Ornella Vanoni, Fabio Fazio, Cochi e Renato, Paolo Rossi, Teo Teocoli, Roberto Vecchioni, Massimo Boldi, Antonio Albanese, J-Ax, Ale e Franz, Irene Grandi e altri. Enzo Jannacci compare nell'ultima parte dell'evento cantando due sue canzoni. Si capiva che stava male, che stava morendo, ma mostrava dignità e coraggio di fronte alla malattia. Capiva da medico che il suo corpo stava cedendo, ma lo spirito era sempre lo stesso e anche la voglia di cantare e ironizzare, col figlio Paolo, nato dal matrimonio con Giuliana Orefice, che gli dava le mani per suonare.

"Enzo jannacci era un genio. Le sue parole che non riuscivano a star dietro ai suoi pensieri. La sua poesia ha inventato un mondo bellissimo", ha scritto Fabio Fazio su Twitter. E in rete continuano ad apparire messaggi, saluti, ricordi. Apparizioni di un uomo che ha sempre cantato la vita surreale, com'era, come la vedeva. E anche il Milan partecipa al cordoglio per la sua scomparsa, per la sua squadra Jannacci nel 1984 aveva scritto l'inno: "Il grande cantautore milanese era un grandissimo tifoso milanista" si legge nella nota pubblicata sul sito. "Tutto il Milan e tutti i Rossoneri apprendono commossi la notizia e si stringono con affetto e sgomento alla famiglia".

"C'era una volta il Derby, la culla del cabaret. Era il mondo di Enzo Jannacci, una personalità vera, spontanea, originale, estrosa duttile. Amicizie di grande livello artistico e intellettuale le sue: Giorgio Gaber e Dario Fo. Ma la sua avventura si è spesso intrecciata a grandi Milanisti come lui: Beppe Viola, Renato Pozzetto, Teo Teocoli. E allora sarà bello quando vince il Milan! Quante volte i Milanisti hanno fatto il coro al grande Enzo sul ritornello di questa celeberrima canzone. Cantautore e cabarettista, attore e cardiologo, Enzo, figlio del Liceo classico Manzoni di Milano, lascia a tutti noi e all'unico figlio Paolo una grande, grandissima, eredità. Ciao Enzo!", si legge sul sito.

Il saluto è anche quello del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che ha commentato su Facebook: "Ci ha lasciato un grande artista, un grande milanese. Enzo Jannacci ha amato Milano ed è stato ricambiato. Con la sua ironia e le sue canzoni ha raccontato la Milano più vera. Rimarrà nella storia della città".

Enzo Jannacci è stato uno dei più grandi interpreti della canzone italiana de protagonista della musica italiana del dopoguerra. Dalle canzoni di grande successo come "Vengo anch'io, no tu no" e "Ci vuole orecchio" o "E la vita, la vita" scritta con Cochi e Renato, ma anche "Quelli che" o "El portava i scarp del tennis", "Vincenzina e la fabbrica", "Andava a Rogaredo", "Ho visto un re" e mille altre. Dalla laurea in medicina al cabaret, dalla scrittura impegnata al teatro. Mattatore milanese che adorava la sua città, scriveva gran parte dei suoi brani in dialetto. I Nomadi lo salutano con un "Ciao Enzo, Grande Artista...
salutaci le stelle!" e allegano il video live di "Vincenzina e la fabbrica".

In tanti sul social network hanno voluto ricordare la "voce degli ultimi", come lo ha definito Claudio Cecchetto. "Ciao grande maestro" ha scritto il napoletano Gigi D'Alessio, a cui hanno fatto eco i Negramaro con una citazione da "Messico e nuvole": "Che voglia di piangere ho... addio Enzo!". A messaggi più sintetici come quello di Syria, che ha salutato Jannacci con un "ciao signor Enzo", si accompagnano twitt più personali come quello di Paola Turci: "Rimangono tutte le tue canzoni e un pezzo di strada fatta insieme". Ironico Frankie Hi Nrg: "Ciao Enzo non ti scapicollare". Triste Luca Bizzarri: "Cristo come mi dispiace. Addio, signor pur talento". "Enzo Jannacci, rimpiango un genio che se ne va insieme alla Milano meravigliosa delle sue canzoni", scrive Gad Lerner. Tanti e accorati i messaggi di Dalia Gaber, figlia di Giorgio: "Ciao Enzo, ti voglio bene" scrive postando una foto da giovani dei due celebri artisti. "Lo ricordo bene: intelligente spiritoso, surreale, geniale. Ha raccontato la poesia di Milano", ha scritto invece Enrico Ruggeri, "Al suo funerale Enzo Jannacci vedrà che tutti piangono davvero, non solo le suore", ha scritto su Twitter Red Ronnie citando la celebre "Vengo anch'io. No tu no".
 

Franco Battiato: Crocetta revoca l'incarico di assessore

Il presidente della Giunta regionale siciliana Rosario Crocetta ha revocato l'incarico di assessore alla Cultura a Franco Battiato in seguito alle dichiarazioni rilasciate dall'artista ieri al parlamento europeo di Bruxelles: "Quando si sta nelle istituzioni si rispettano e si rispetta la dignità delle istituzioni medesime e, nel caso di Battiato sicuramente si è andati ben oltre e si è violato il principio della sacralità delle stesse", ha dichiarato a proposito Crocetta, come riferito dall'edizione online del Corriere della Sera, "Siamo orgogliosi di appartenere al popolo italiano e di avere un Parlamento, l'espressione della sovranità del popolo e della partecipazione dei cittadini alla vita democratica. Quando si offende il Parlamento, si offende tutto il popolo italiano e ciò non è consentito a nessun componente delle istituzioni. Mi dispiace veramente molto, sono addolorato". 
 

In un documentario gli anni di Jim Morrison prima dei Doors

Mentre pare che si stia ancora lavorando al progetto di riportare in "vita" Jim Morrison attraverso un ologramma, come accaduto nello scorso aprile al festival Coachella con Tupac Shakur, inizia un progetto meno discutibile: l'azienda di produzioni cinematografiche Z-Machine ha infatti annunciato d'aver iniziato a lavorare su un documentario indipendente sugli anni formativi del futuro cantante dei Doors. Z-Machine ha rastrellato foto e filmati, alcuni dei quali inediti, e ha realizzato interviste con persone, alcune delle quali finora rimaste in silenzio sull'argomento, che conoscevano Jim. L'intento è di presentare James Douglas Morrison senza preconcetti e per come era prima di diventare il Re Lucertola, il sacerdote del rock. Z-Machine, creatura dei registi Jeff e Jess Finn, riferisce che il titolo del lavoro è "Before the end: Jim Morrison comes of age". Tra i personaggi sentiti sono da annoverare le prime fidanzate di Jim, Tandy Martin e Mary Werbelow, la sorella del cantante, Anne Morrison-Chewning, suo fratello Andy e il roadie Gareth Blyth. Peccato solo per George, il padre di Jim, scomparso nel 2008 a 89 anni.
 

Mick Jagger, la figlia Georgia in topless per Cavalli. Il video per Vuitton

Georgia Jagger è la protagonista di una nuova pubblicità per Just Cavalli. Nella serie di foto per il profumo, come ben illustra il "Sun" con vari scatti dedicate alla notizia, la figlia di Mick Jagger mostra di gradire le sensuali attenzioni del modello incluso nella campagna, Marlon Teixera. Nella foto principale, su un letto matrimoniale, si vede il modello che ammira i seni della partner. La modella, che fino al mese scorso ha abitato con la mamma Jerry Hall, ha da poco acquistato una nuova casa nella zona settentrionale di Londra e ha affittato, per circa 1600 euro al mese, una grande stanza all'emergente modella Cara Delevingne che peraltro è amica di Rihanna. Georgia, che il mese scorso ha compiuto 21 anni con una grande festa al Lounge Lover nella zona londinese di Shoreditch, ha detto:

"Roberto Cavalli è un grande stilista e il marchio Just Cavalli è molto sexy, giovane e cool". Al party nell'East End la figlia più piccola del cantante dei Rolling Stones si è scolata una bottiglia di Dom Perignon 2003 da 240 euro. E da Cavalli a Vuitton il passo a quanto pare è breve perché Georgia è una delle attrici di questo spot per il celebre marchio francese:

La réclame, che a quanto pare sta dividendo la Francia, è piuttosto osé e provocatoria e vede come protagoniste prostitute-modelle (Georgia, Cara, Edie Campbell, Isabeli Fontana e altre) con gli abiti della griffe di moda.

 

Bruce Springsteen, in arrivo il 'best of' 'Collection: 1973-2012'

Verrà distribuito a partire dal prossimo 16 aprile "Collection: 1973-2012", antologia dedicata a Bruce Springsteen che - tra i prossimi mesi di giugno e luglio -tornerà ad esibirsi nel nostro Paese per quattro show a Napoli, Padova, Milano e Roma: la raccolta, che abbraccerà la produzione del Boss dall'ambum di debutto "Greetings from Asbury Park, N.J." del 1973 al più recente "Wrecking ball" includerà, tra gli altri brani, le versioni rimasterizzate (nel 2010) di "Badlands" e "The promise land". Ecco, di seguito, la tracklist di "Collection: 1973-2012":

1) Rosalita (Come Out Tonight)
2) Thunder Road
3) Born To Run
4) Badlands (2010 Remastered Version)
5) The Promise Land (2010 Remastered Version)
6) Hungry Heart
7) Atlantic City
8) Born In The U.S.A.
9) Dancing In The Dark
10) Brilliant Disguise
11) Human Touch
12 Streets Of Philadelphia
13) The Ghost Of Tom Joad
14) The Rising
15) Radio Nowhere
16) Working On A Dream
17) We Take Care Of Our Own
18) Wrecking Ball

L'artista è al momento impegnato nella branca australiana del suo tour mondiale con le E Street Band, nelle fila della quale - in sostituzione di Steven Van Zandt (impegnato sul set della serie televisiva "Lilyhammer") - è entrato a far parte Tom Morello dei Rage Against the Machine. 
 

I Quintorigo suonano Hendrix

E’ stato uno dei nostri live in redazione più belli. Sicuramente è stato il più affollato: non è la prima volta che ci capita di ospitare una band intera a Rockol. Ma in questo caso erano in cinque, con tanto di contrabbasso. Erano i Quintorigo, e ancora ci chiediamo come siamo riusciti a farli stare tra le nostre scrivanie. Musica compressa, ma nel senso della disposizione spaziale dei musicisti, non del suono: che è quello del gruppo: vario, ampio, che spazia dal rock al jazz. E in questo caso con l’aggiunta di Morris Pradella alla voce. L’occasione è la presentazione di “Quintorigo experience”, disco di riletture di Jimi Hendrix. Splendide, oseremo dire: sentite come hanno trasformato “Hey Joe”.
I Quintorigo sono cinque musicisti romagnoli: John De Leo (voce, 1970), Valentino Bianchi (sassofono, 1974), Andrea Costa (violino, 1971), Gionata Costa (violoncello, 1971) e Stefano Ricci (contrabbasso, 1968). La loro formula è particolare, e si affida a una strumentazione acustica di stampo in parte classico e in parte jazz per proporre uno stile sostanzialmente rock.
 

Broadway, il musical 'Mamma mia!' degli Abba trasloca

Il musical "Mamma mia!" con canzoni degli Abba, tra i più visti di tutti i tempi, trasloca. Lo show di Broadway, in scena al Winter Garden dal 2001 e replicato ben 4800 volte, si sposta in un teatro non troppo distante ma leggermente più piccolo: l'attuale Winter, tra la 50a e la 51a Strada, può accogliere 1498 spettatori mentre la nuova sede, il Broadhurst, ne tiene fino a 1182. Entrambe le sedi fanno capo alla Shubert Organization. Lo spostamente non sembra preludere ad alcun taglio. "Questo per noi è uno show molto importante e ci attendiamo di avere la produzione al Broadhurst Theatre per parecchio tempo", hanno riferito a fonti USA due dirigenti dell'organizzazione, Philip J. Smith e Robert E. Wankel. Non è evento raro, a Broadway, che spettacoli cambino sede; in passato è accaduto, ad esempio, anche a "Chicago", "42nd Street", "Les Misérables" ed  "Annie". Si stima che "Mamma mia!" in versione teatrale sia ad oggi stato visto da 50 milioni di spettatori. A Londra, intanto, "Mamma mia!" ha da poco festeggiato i quattordici anni sulle assi ed è entrato nel quindicesimo. Dopo aver debuttato al Prince Edward Theatre il 6 aprile 1999, il 3 giugno 2004 si è trasferito al Prince of Wales Theatre per poi migrare al Novello Theatre il 6 settembre 2012. Al momento si prenota fino al 5 aprile 2014.
 

Presidenza SIAE, avviata la procedura per la nomina di Gino Paoli

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del presidente Mario Monti, ha avviato la procedura per la nomina di Gino Paoli alla presidenza della SIAE. Il provvedimento ratifica la decisione presa dal Consiglio di Sorveglianza dell'ente, composto da 34 membri (17 autori e altrettanti editori), che il 18 marzo scorso aveva espresso per voto la volontà di affidare al cantautore di Monfalcone (ma genovese di adozione) l'incarico di presidente del Consiglio di Gestione, il nuovo cda della società degli autori. La nomina di Paoli e dei nuovi organi direttivi pone fine al commissariamento straordinario della SIAE iniziato nel marzo del 2011.

Del nuovo Consiglio di Gestione fa parte anche l'ex subcommissario avv. Domenico Luca Scordino: contro la sua nomina pende tuttavia un ricorso all'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato presentato da 100 autori, dalla Sezione Produttori Anica (cinema) e dalle associazioni dell'audiovisivo Aidac, Art, Asifa, Doc.it e S.A.C.T., che contestano a Scordino l'ineleggibilità per conflitto di interessi. Altre associazioni di categoria (Arci, Acep e Audiocoop) avevano invocato l'annullamento del nuovo statuto SIAE e delle conseguenti elezioni per una presunta disparità di trattamento tra gli iscritti, ma la loro domanda è stata respinta dal TAR del Lazio.
 

'Gli studenti imparano meglio l'inglese con i Beatles'

Un nuovo studio, pubblicato dal quotidiano statunitense "Salt Lake Tribune", ha evidenziato che il 40% dei professori della catena di scuole Kaplan International Colleges fa ascoltare canzoni dei Beatles ai propri studenti per migliorare la comprensione della lingua di Shakespeare. Enormemente maggiore la percentuale dei docenti ESL (English as a Second Language) che utilizza la musica in generale: ben l'86%. Tra i pezzi dei Fab Four utilizzati durante le lezioni, i soliti sospetti e cioé "Hey Jude", "Love me do" e "A hard day’s night". La Top 5 dei musicisti le cui canzoni vengono usate dalle Kaplan per migliorare l'inglese dei ragazzi vede Michael Jackson in seconda posizione. A seguire Bob Marley, Elvis e, ultimi col 3% dei voti, One Direction. Kaplan ha interrogato più di 500 professori ESL in 40 nazioni.
Kaplan, che vanta anche una sede all'interno dell'Empire State Building di New York e una in un edificio settecentesco a Londra, deve aver trovato un buon modo per farsi pubblicità gratuitamente perché questa è la terza volta in pochi mesi che regala ai media dati di questo genere. All'inizio dello scorso febbraio Kaplan ha monitorato i dati di 1213 suoi iscritti che parlano inglese come lingua straniera e ha scoperto che il  52% stava imparando la lingua inglese per meglio comprendere i personaggi celebri. All'interno di questo 52% la percentuale più alta è stata quella di coloro i quali hanno affermato che è stata Rihanna ad aver fatto loro venir voglia di intraprendere lo studio dell'inglese. Dietro RiRi, che per la cronaca ha ottenuto il 10%, si sono classificati, sempre come "ispiratori" per lo studio dell'ESL, Katy Perry (8%) e Beyoncé (7%). Celebrità a parte, la persona che più ispira gli studenti esteri ad imparare l'inglese è, col 22%, un certo Barack Obama.
 
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